Foggia, Raduano conferma la mappa dei clan e degli interessi illeciti dalla droga al racket – .

Foggia, Raduano conferma la mappa dei clan e degli interessi illeciti dalla droga al racket – .
Foggia, Raduano conferma la mappa dei clan e degli interessi illeciti dalla droga al racket – .

Pm: Hai fatto parte di qualche gruppo? Marco Raduano: Sì. Pm: Quale gruppo mafioso e con qualche ruolo? Raduano: Allora ero a capo dell’articolazione di Vieste, ed ero vicino al clan Romito-Lombardi-Ricucci di Manfredonia, a sua volta alleato con i Moretti di Foggia. Il gruppo Perna/Iannoli” (rivale del clan Raduano di Vieste) “era alleato con i Libergolis-Miucci di Monte, a loro volta alleati con i Sinesi-Francavilla di Foggia”. In cosa consiste l’alleanza? Raduano: “Scambiamo killer, armi, macchine, ci aiutiamo per i latitanti”. L’ex boss dell’ergastolo pentito a marzo ha confermato la mappa del “chi sta con chi” nella terra della quarta mafia d’Italia, mappa tracciata da tempo da inquirenti e Dda e non solo sulla base dei pentiti .

La mappa dell’alleanza – Dividendo la mafia della Capitanata in 4 aree – Foggia, San Severo, Gargano, Cerignola – emerge questo quadro. I Moretti/Pellegrino/Lanza, il più forte dei tre clan della “Società Foggia”, soprattutto attraverso l’opera di tessitura e mediazione svolta dal vecchio boss Rocco Moretti nei pochi mesi di libertà successivi alla sua scarcerazione nell’aprile 2016 a causa della scadenza dei termini (nel giugno successivo gli è stata applicata la sorveglianza speciale, dall’ottobre 2017 è nuovamente detenuto), ha rinsaldato gli storici rapporti di alleanza con il clan La Piccirella di San Severo; la Gaeta di Orta Nova; il Gallone-Carbone di Trinitapoli; il Romito di Manfredonia, che nelle nuove carte Dia viene denominato clan Lombardi/Ricucci/La Torre, gruppo con rapporti d’affari e scambi di favori con il clan Raduano di Vieste. I rivali dei Moretti, ovvero i Sinesi/Francavilla su San Severo, sono legati al gruppo Nardino; sono poi storicamente vicini ai Libergolis (oggi clan Libergolis-Miucci), il gruppo dominante tornato sul Gargano dopo il periodo di crisi vissuto in seguito agli arresti e alle condanne nel maxiprocesso alla mafia garganica nei primi anni del il nuovo millennio; Libergolis-Miucci che a Vieste sono in rapporti con il gruppo Perna/Iannoli. La terza batteria foggiana, la Trisciuoglio/Tolonese, da sempre vicina ai Moretti, «ha sviluppato sinergie con i Romito di Manfredonia e con elementi del gruppo criminale Orta Nova», scrive la Dia in uno dei semestrali di lo stato della quarta mafia italiana.

Cerignola neutrale – In questo panorama del “mio amico-nostro nemico”, non appare la mafia di Cerignola, la più ricca, meno indagata degli ultimi vent’anni, capace di diversificare i propri interessi: dal traffico di droga al traffico di armi per il quale si pone come intermediario a livello nazionale; dagli attacchi a caveau e mezzi blindati in tutta Italia, ai maxifurti in magazzini e aziende sparse su tutto il territorio nazionale, con refurtiva di qualsiasi tipo che veniva sistemata con recinzioni nella zona del basso Tavoliere a poche ore dal furto. La criminalità organizzata di Cerignola evita le guerre con le altre mafie, non vuole entrare in rivalità sull’asse Foggia-San Severo-Gargano e intrattiene rapporti d’affari – soprattutto nel settore del traffico di droga – con qualunque clan si presenti con i soldi, sposando la massima: pagare soldi vedere cammello.

Il ruolo del pentito – La Direzione distrettuale antimafia di Bari miete successi investigativo-giudiziari testimoniati da catture di latitanti, retate, arresti, collaborazioni con la Giustizia, condanne, confessioni di killer messi alle strette dalla mole di prove raccolte. La DDA, con una mezza dozzina di pm incaricati di seguire le indagini sulle mafie foggiane, sta raccogliendo dall’inizio dell’anno le rivelazioni di tre voltagabbana di altissimo livello della Capitanata: i fratelli foggiani Ciro e Giuseppe Francavilla, top elementi degli omonimi clan che negli ultimi vent’anni hanno contribuito a dettare legge (soprattutto Giuseppe) in materia di omicidi, estorsioni e traffico di droga; e l’ex boss di Vieste Marco Raduano che uccidendo nel gennaio 2015 ne prese il posto il suo ex boss Angelo Notarangelo alias “Cintaridd”, per anni mafioso, trafficante di droga, ucciso: ha confessato oltre 10 omicidi, di cui 5/6 eseguito fisicamente. Quelle dei pentiti sono storie trasversali, perché rivelano dinamiche criminali in cui gli interessi dei clan foggiani si intrecciano con quelli dei gruppi sanseveresi e garganici. Per usare le parole di un pubblico ministero riferendosi alle rivelazioni dei fratelli Francavilla nel processo “Game over” contro 85 imputati per traffico di droga, “il meglio deve ancora venire”.

 
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