Le Marche colpite dalla grandine, come cambia la percezione dell’“emergenza”. Trasformare l’ansia in una risorsa – .

Le Marche colpite dalla grandine, come cambia la percezione dell’“emergenza”. Trasformare l’ansia in una risorsa – .
Le Marche colpite dalla grandine, come cambia la percezione dell’“emergenza”. Trasformare l’ansia in una risorsa – .

ANCONA – Terremoti, alluvioni, pandemie, guerre ma anche grandinate improvvise come quella che ieri si è abbattuta improvvisamente sulle Marche. Della capacità di resilienza e della percezione del concetto di emergenza si è parlato oggi nel convegno “Resilienza: ieri, oggi, domani” organizzato dall’Ordine degli Psicologi marchigiani a Villa Gens Camuria con il patrocinio dell’Ordine dei giornalisti marchigiani.

Mare di grandine ed eco-ansia

La grandinata di ieri, che si è abbattuta soprattutto sulle Marche meridionali, ha risvegliato il concetto di “eco-ansia”. «È un termine nuovo, legato a ciò che sta accadendo o che si pensa accada in futuro legato alla nostra estinzione o alla distruzione del nostro ambiente di vita – ha detto il professor Maurizio Stupiggia, psicoterapeuta dell’Università Statale di Milano – le grandinate, come le alluvioni oppure gli incendi sono sempre più frequenti e generano un cambiamento nel sistema interno dell’individuo o della comunità. Anche un’eventuale siccità, con l’arrivo dell’estate, potrebbe diventare un trauma climatico. Al marchigiano che ieri era davanti alla finestra e ha chiuso le persiane perché aveva paura di quello che vedeva, dico che capisco. Sono solidale, non sei solo ma c’è tutto un mondo che si sta disorganizzando. Per questo bisogna creare rete e comunità, anche per fare prevenzione”. «La percezione dell’emergenza è cambiata notevolmente, soprattutto a causa della serie di catastrofi che hanno colpito la nostra Regione – ha affermato Katia Marilungo, presidente dell’OPM – ora, ad esempio, c’è l’eco-ansia e si parla di temi che inquietano la psiche di chi ha subito tutto questo o, indirettamente, di chi ne è solo informato. Certi eventi però possono far emergere resilienza, quindi aspetti positivi per affrontare eventuali altri eventi futuri”. «Le continue emergenze che stiamo vivendo anche con questi cambiamenti climatici producono uno stato di allerta continuo e costante – ha affermato Aquilino Calce, consigliere OPM e coordinatore della commissione cultura web e formazione – le persone devono riadattarsi all’emergenza. Vogliamo davvero analizzare se e come le situazioni si stanno allineando con una diversa gestione dello stress”.

Calamità e guerre

Edoardo Pera, consulente internazionale per organizzazioni non governative, si è occupato di catastrofi tra cui la guerra in Siria, in Iraq e il terremoto in Nepal: «Questi eventi sconvolgono la vita quotidiana delle persone, l’impatto traumatico sta proprio nello sconvolgimento della normalità. L’emergenza vera la fanno i medici, noi lavoriamo sul post emergenza. Lavoriamo molto sul gruppo, perché con pochi operatori si riesce meglio ma anche perché il gruppo è una risorsa importante per l’elaborazione dell’esperienza traumatica. Si lavora molto anche sul corpo, il trauma incide lì, assorbendo l’aspetto emotivo dell’evento. Curiamo infatti il ​​rapporto con il ricordo dell’evento, evitando flashback o pensieri invadenti.”

La comunicazione

«Nelle Marche viviamo ogni giorno crisi economiche dal 2008 – ha detto il giornalista Michele Romano – poi abbiamo avuto i terremoti. La crisi che forse ci interessa di più è quella che crea traumi. Quella economica si risolve in altre modalità, come i contenziosi o le conciliazioni. Hanno un forte impatto sulle famiglie, ma possono essere affrontati senza un ruolo importante per la comunicazione. Gli eventi traumatici richiedono una corretta comunicazione che porti alla risoluzione della crisi. Cosa hanno in comune queste due macroaree? Il tempo”. Federica La Longa, psicologa INGV: «La resilienza arriva nel post-emergenza, ma è importante lavorare sul “pre”, aiutando cittadini e istituzioni a ridurre i rischi quando arriva l’emergenza. COME? Indagare quanto le persone percepiscono un rischio, come costruire la memoria del disastro e mantenerla viva nonostante il passare del tempo, ma anche attraverso la sensibilizzazione e il contrasto alla disinformazione fatta durante un’emergenza”. «Ogni volta che succede qualcosa c’è una corrente di chi dice “sì, è successo ma è una piccola cosa” e di chi la drammatizza in modo estremo – ha detto l’eurodeputato Carlo Ciccioli – Il Covid inizialmente è stato minimizzato, lo sviluppo alcune cose sono imprevedibile.” L’assessore alle Politiche sociali del Comune di Ancona, Manuela Caucci: «Lei sostiene il nostro servizio e spero che una persona come lei possa venire stabilmente nel nostro dipartimento, soprattutto per quanto riguarda le problematiche minorili ma non solo».

 
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