nel tarantino i canali sono asciutti, la Basilicata smette di giocare dignitosamente contadini pugliesi – .

«Lo sforzo comune e l’impegno concreto di tutti gli attori coinvolti nella vicenda sono andati vanificati nel giro di poche ore perché ogginel territorio di Ginosa, Castellaneta e Palagianello, il livello dell’acqua del canale adduttore, che trasporta l’acqua dalla diga di San Giuliano a Palagianello per 35 km confina con la secchezza».

Lo ha dichiarato, esprimendo forte preoccupazione, il direttore dell’Area Due Mari della CIA Vito Rubino, rendendo noto che il Consorzio di bonifica della Basilicata, con una nota inviata ieri ai colleghi pugliesi, ha informato Quello a causa di una grande perdita in fase di riparazione è stato necessario interrompere momentaneamente l’erogazione dell’acqua all’adduttore Bradano.

«I guasti possono accadere – ha chiarito Rubino – ma non possiamo negare che ciò avvenga puntualmente oggi in un periodo delicato come questo, caratterizzato dall’aumento delle temperature.

Non giriamo intorno al cespuglio: queste sSono manovre a cui assistiamo impotenti da troppo tempo e che si accentuano nel fine settimana quando la portata d’acqua, probabilmente per favorire il rifornimento dei serbatoi della Lucania a scapito della Puglia, si riduce inesorabilmente.

Negli ultimi giorni, infatti, nonostante la richiesta della Puglia di ricevere 800 litri al secondo, le portate sono variate da 320 a un massimo di 750 litri al secondo e solo per poche ore».

Richieste non soddisfatte, quindi, nonostante le continue pressioni della CIA, negli anni e a tutti i livelli di interlocuzione: Prefetture, Regioni e dipartimenti, consorzi di bonifica e sindaci.

CIA Due Mari, dare comunque credito per il cambio di ritmo riscontrato con l’avvento di nuovo commissario del Consorzio di bonifica pugliese Francesco Ferraro, attribuisce chiaramente le responsabilità a coloro che si sono succeduti nel tempo ai vertici del Consorzio di bonifica Stornara e Tara: «Negli ultimi 10 anni L’amara riflessione di Rubino – abbiamo preferito dedicarci ad altro piuttosto che interagire proficuamente con la vicina Basilicata pianificare l’utilizzo delle risorse idriche disponibili e onorare i relativi impegni economici (circa 400mila euro l’anno come costo fisso per la manutenzione della diga di San Giuliano).

Ricordiamo – continua la CIA – che la Puglia è comproprietaria con la Lucania al 50% della gestione delle acque della diga di San Giuliano dal 1958. Nel corso degli anni la Basilicata ha ammodernato il proprio sistema di prelievo dell’acqua dalla diga di San Giuliano creando sei punti di prelievo a monte della deviazione di San Marco (unico punto di prelievo in Puglia e dove dovrebbe avvenire la divisione al 50% delle acque tra la due regioni), scaricando di fatto solo in Pugliache invece non ha mai ammodernato le sue infrastrutture risalenti agli anni ’50 tutte le criticità legate alla scarsità d’acqua.

Pertanto, cchiediamo a gran voce il rispetto degli accordi originari tra le due regioni: la Basilicata smette di svolgere un ruolo predominante, erogando in Puglia con il contagocce e solodopo aver soddisfatto le tue esigenze.

La dirigenza dell’attuale struttura tecnica del Consorzio di bonifica ex Stornara e Tara deve svegliarsi subito dal torpore e dall’immobilità totale prima che sia troppo tardi e gli agricoltori esasperati si mobilitino e scendano in piazza: salviamo la stagione irrigua a Taranto – ha concluso Rubino – per salvare i nostri preziosi raccolti, il reddito degli agricoltori pugliesi e posti di lavoro».

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