Simposio Green Med, gli stati generali sull’ambiente in Campania: «Salviamo i borghi»

Valorizzare il grande patrimonio dei borghi campani per contrastarne lo spopolamento. Farli (ri)vivere attraverso la creazione di reti territoriali, comprendenti circa 300 comuni sparsi in tutte e cinque le province della Campania. È questo il progetto lanciato ieri pomeriggio nel corso della «Simposio Green Med», gli stati generali sull’ambiente in Campania organizzati dall’assessorato regionale all’ambiente guidato da Fulvio Bonavitacola. «L’iniziativa rappresenta un’importante riflessione sulle sfide ambientali e sulle opportunità di sviluppo sostenibile, che coinvolge istituzioni, esperti e cittadini», spiega il vicegovernatore.

Il progetto “Borghi Salute e Benessere» nasce su input di Palazzo Santa Lucia e Scabec ed è riservato ai comuni con meno di 20mila abitanti. Sono 335, suddivisi in 48 reti, che hanno presentato domanda per ottenere il marchio “BSB (Villaggi della salute e del benessere)” con cui avviare attività di promozione territoriale volte a regalare ai visitatori un’esperienza di vita sana e culturalmente stimolante. Il marchio contribuirà alla creazione di una rete di borghi campani che svilupperà, in forma aggregata, diverse proposte progettuali. Ma puntiamo subito a creare una card che metta in rete percorsi museali, storici e enogastronomici. E soprattutto tutti potranno beneficiare di una comunicazione mirata per proporre questi luoghi sui mercati internazionali. I Comuni sono stati individuati lo scorso ottobre attraverso un bando pubblico che ha individuato le reti e le linee di intervento che compongono il programma attuativo. E per evitare campanilismi, il bando prevedeva la partecipazione per aggregazione di almeno tre Comuni, per poter realizzare un’offerta turistica integrata. Erano ammissibili 48 villaggi, con 334 comuni partecipanti. Adesso a ciascuna “rete di villaggi” verrà assegnato un contributo di 50mila euro che dovrà essere utilizzato per predisporre il progetto di fattibilità, per un totale di risorse pari a 2,4 milioni di euro garantite dai fondi europei. Parliamo di un’ampia porzione di territorio che attraversa le cinque province e che insieme supera il milione di abitanti. Dai comuni del casertano, come San Gregorio Matese, Conca della Campania e Piedimonte Matese, arrivando a quelli della provincia di Salerno, tra cui Petina, Stio, Olevano sul Tusciano, Alfano e Castel San Lorenzo. E, in mezzo, la verde Irpinia, rappresentata, tra le altre, da Atripalda, Pietrastornina e Torrioni. L’area sannitica, con Morcone, Paupisi, Ponte ed altri e, infine, i borghi napoletani, come Casamicciola e Casamarciano.

Il governatore

«Si parla di aree interne, piccoli comuni, borghi e agricoltura per una scelta politica. La Regione non è più il governo concentrato sull’area metropolitana: nel nostro programma – ha spiegato ieri il governatore Vincenzo De Luca – le aree interne non sono più orfane, non sono più una parte marginale estranea alle scelte politiche e agli investimenti regionali, ma sono una parte del territorio che ha pari dignità delle aree urbane”. Per l’ex sindaco di Salerno si potrebbe immaginare “una connessione tra processi di spopolamento e immigrazione”. Poi spiega: «Sarebbe una cosa straordinaria se riuscissimo a indirizzare i flussi di migranti in modo organizzato per insediarli in tanti piccoli villaggi, compieremmo un’operazione straordinaria sul piano sociale ed economico. Ecco perché è un progetto in cui crediamo molto e le nuove tecnologie ci aiutano molto: con una fibra o una connessione veloce puoi lavorare in tutto il mondo anche da casa nel Cilento o in Alta Irpinia”.

L’ambiente

Ovviamente la tre giorni è anche e soprattutto occasione per fare il punto sulle problematiche ambientali in Campania. «Sul tema della tutela vogliamo essere la prima Regione in Italia: sembra impossibile ma era anche impossibile immaginare la bandiera blu sul litorale domiziano, una delle fasce costiere più devastate d’Italia. Ci stiamo liberando delle ecoball – aggiunge – completando il programma di bonifica e credo che entro l’anno saremo in grado di chiedere all’Ue di eliminare la sanzione che dura da 15 anni”.

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La mattina

 
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