morto durante i bombardamenti del ’44 – Radio Studio 93 – .

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Questa mattina il sindaco di Aprilia Lanfranco Principi, presso il parco dedicato ai caduti di Cefalonia, ha proceduto alla scopertura della targa commemorativa per Loreto Gentilucci e Antonio Renzi, due civili morti durante i bombardamenti in zona Cappellolli ad Aprilia, nei giorni successivi lo Sbarco di Anzio e Nettuno del 22 gennaio 1944.

Presenti alla cerimonia, coordinata dal capo di stato maggiore del Sindaco Marcello Rampolla Del Tindaro, il comandante della Polizia Locale di Aprilia Massimo Giannatonio, il comandante della Stazione Carabinieri di Aprilia Tenente Pietro Maglione, il comandante della Tenenza della Guardia di Finanza di Aprilia Leopoldo Festa, l’Associazione Bersaglieri sezione Adelchi Cotterli, l’Associazione Alpini sezione Aprilia, la presidente dell’associazione A Memory for Peace Elisabetta Bonacini, i consiglieri Vittorio Marchitti e Veronica Napolitano, i consiglieri comunali Nicoletta De Rossi, Luana Caporaso, Davide Tiligna e Davide Zingaretti e in rappresentanza dell’Amministrazione comunale di Lanuvio con delega alle relazioni istituzionali Maurizio Santoro.

Alla cerimonia erano presenti anche il Sig. Franco Tantari, fautore dell’iniziativa, e la Sig.ra Giuliana Gentilucci, figlia di Loreto Gentilucci.

Dopo i consueti saluti, il sindaco Lanfranco Principi ha provveduto allo scoprimento della targa e ha consegnato un omaggio floreale alla signora Giuliana Gentilucci.

Di seguito il discorso integrale del Sindaco.

“Buongiorno a tutti,

Quest’anno l’80° anniversario dello Sbarco di Anzio e Nettuno è stato caratterizzato da una moltitudine di eventi e cerimonie, alle quali è stato affidato non solo il compito di ricordare quei giorni tragici per Aprilia e per tutti gli altri comuni che furono teatro di scontri tra gli eserciti avversari e per la liberazione di Roma da parte degli alleati. Lo scopo di queste iniziative è anche quello di mantenere viva la memoria di coloro che hanno sacrificato la propria vita per i giusti ideali di democrazia, giustizia e pace.

Quei momenti toccanti riportano alla mente le immagini dei duri combattimenti che portarono alla morte di migliaia di soldati, ma la guerra rappresentò anche un’enorme tragedia per migliaia di famiglie, migliaia di civili costretti ad abbandonare le proprie case senza sapere se sarebbero riuscite a sopravvivere. potrò mai tornare da te. Per alcuni ha significato anche assistere impotenti alla perdita dei propri cari, morti in quei tragici giorni.

Per la città di Aprilia, inaugurata solo pochi anni fa, i giorni successivi allo sbarco di Anzio del 22 gennaio 1944 significarono morte e distruzione. La città devastata divenne teatro della battaglia tra gli eserciti tedesco e anglo-americano. Migliaia di civili furono costretti a evacuare, a rifugiarsi in altre città o addirittura in altre regioni per salvarsi la vita, lasciando qui tutto ciò che possedevano. Molti civili non furono così fortunati: la guerra irruppe all’improvviso nella loro esistenza ed essi morirono sotto i bombardamenti prima ancora di avere un’idea chiara di quale enorme tragedia stava per capitare loro.

Loreto Gentilucci e Antonio Renzi sono il simbolo di quel sacrificio involontario che colpì anche i civili in quei drammatici giorni. La morte li ha sorpresi mentre stavano lavorando all’interno di una cascina in zona Cappellolli di Aprilia. Morirono sotto i bombardamenti, Loreto Gentilucci morì il 25 gennaio; Antonio Renzi il 26 gennaio 1944.

Ottanta anni dopo, sentiamo forte il bisogno di conservare la memoria di questi due uomini, due lavoratori, due padri di famiglia. Vogliamo che il loro sacrificio, che la grave perdita che ha colpito le loro famiglie, non sia stata vana. Vogliamo che il ricordo di quei giorni dia loro l’onore che meritano e porti tra le nuove generazioni quel messaggio di pace che come istituzioni abbiamo la volontà e il dovere di trasmettere.

Grazie a tutti”.

 
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