“È giusto salutarci adesso, pronti per un nuovo grande progetto” – .

Dopo la decisione di ritirarci dal calcio abbiamo deciso di fare una chiacchierata Pierpaolo Garau dal Torres. Il portiere sassarese ci ha spiegato come è nata questa decisione e quale futuro lo attende sempre in campo, facendo anche il punto su quello che è stato il suo percorso da giocatore e quali sono i ricordi che porterà con sé per sempre.

Pierpaolo Garau, come è nata l’idea di dire addio al calcio?

“Una decisione importante, non semplice, presa tempo fa, con alcuni compagni che già conoscevamo a dicembre/gennaio e che col passare del tempo mi sono convinto sempre più che fosse quella giusta. Sono felice di essere riuscito in questo periodo a dare il mio contributo alla Torres in Serie C, dando sempre il massimo. Prendo questa decisione con calma, un percorso che ho iniziato all’età di 17 anni si conclude e a breve ne inizierà un altro”.

Il vostro è un addio al calcio giocato ma non all’ambiente Torres.

“Non è ancora sicuro (ride, ndr). Parlo con la società perché c’è in mente un progetto molto grande che riguarda anche il settore giovanile, proseguendo il progetto iniziato due anni fa del settore giovanile dei portieri Torres, che vanta 15 portieri e che rende orgoglioso il club, ma anche me. personalmente perché è un progetto in cui ho sempre creduto tantissimo. Quindi stiamo parlando con la società per continuare insieme e sono sicuro che si troverà la soluzione per dare continuità alle idee, anche perché amo questi colori e questa rimane e resterà sempre la mia casa”.

Hai accennato alla stagione, qual è il tuo punto di vista su un anno storico per la Torres?

“Credo che la partita contro il Benevento sia stata l’emblema di tutta la stagione, mi riferisco alla gara di ritorno, con un pubblico incredibile che ha regalato emozioni fortissime alla città. È stato bellissimo vedere gli obiettivi raggiunti quest’anno, anche sorprendentemente. Penso che ci siamo arrivati ​​tutti insieme, grazie al pubblico, alla squadra, allo staff tecnico e chiaramente grazie alla società. È stato bellissimo, peccato per la gara di ritorno contro il Benevento che non è andata come volevamo, anche se per me meritavamo di andare avanti e lo abbiamo dimostrato in campo. Questo però deve essere un punto di partenza per la Torres, visto il lavoro svolto negli ultimi tre anni. La squadra, lo staff, l’allenatore sono cresciuti tantissimo e questo deve essere un trampolino di lancio. Abbiamo ritrovato credibilità e Sassari merita di tenere vivo questo sogno (riferimento alla Serie B), ci siamo andati vicini e dobbiamo riprovarci tutti insieme”.

Pierpaolo, per te è stato un percorso lungo, concluso nel migliore dei modi, riportando Torres tra i professionisti. Qual è però il ricordo più bello di questa lunga carriera, ma anche l’errore giovanile o il passaggio che non rifaresti.

“Ho tanti ricordi belli in questi ultimi anni alla Torres, te ne racconto uno personale che forse non ho nemmeno scritto nei post social. Uno dei ricordi più belli è stato il giorno del raduno qui a Sassari nell’anno in cui Abinsula rilevò la società. Mi sono cambiato più velocemente degli altri e ho fatto il sottopasso per entrare in campo da solo e non mi vergogno di dire che ero emozionato. Ero emozionato perché ho trascorso qui la mia infanzia ed era il mio sogno ritornare e finalmente si stava realizzando. Poi ci sono stati tanti bei ricordi in questi ultimi tre anni, anche nell’anno in cui ci siamo salvati, con qualche difficoltà, ci sono stati giorni indimenticabili. Anche se questa stagione è stata una corsa incredibile. Il primo anno in Serie D, con qualche rigore parato anche in Coppa Italia, mi ha lasciato ricordi indelebili. Come la partita contro il Cerignola, le partite qui in casa, i Derby… Porto tutto dentro di me, soprattutto perché questi ultimi tre anni sono stati un sogno ad occhi aperti. Vivere quotidianamente a Torres è per me una soddisfazione immensa. Ci sono stati alcuni passi falsi nella mia carriera, sono scelte che si fanno, anche per circostanze che si creano, ma se devo essere sincero rifarei tutto quello che ho fatto perché ho conosciuto persone splendide in ogni squadra che ho giocato. sono stato con. giocato. Non mi sento di dire che ho fatto delle scelte pessime. Voglio dire che in tutti questi anni ho avuto una carriera modesta e non sono mai stato consigliato da nessuno né sono stato inserito in un progetto o nell’altro da nessun agente, di questo sono fiero”.

Pierpaolo in chiusura, chi è secondo te il miglior portiere sardo della storia?

“Questa è una bella domanda, ma il portiere che mi viene subito in mente è sicuramente Salvatore Sirigu, che è stato fonte di ispirazione per noi portieri sardi. Negli ultimi anni ha fatto una carriera incredibile e con grandi soddisfazioni visto che è stato protagonista in Nazionale e ha giocato nel PSG. Qui alla Torres però sono passati tanti portieri forti, Tore Pinna ha fatto la storia, ma oltre a lui anche altri come Sergio Pinna, Di Pasquale, Zaccheddu, Lungheu. La Torres ha sempre avuto una buona scuola portieri e quindi torno a prima: creare un’accademia portieri è doveroso perché in 121 anni di storia della Torres non ce n’è mai stata una. Avremo l’onore di avviarlo adesso e sono sicuro che darà i suoi frutti”.

Flavio Masala

 
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