è tempo che l’Italia ‘distribuisca le carte’ sui porti – .

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Santi: “Rischiamo di ritrovarci ancora una volta impantanati in una stagione a rischio immobilità”

Dopo l’Economist, anche il Guardian, che ieri titolava ‘Tutti gli occhi sono puntati su di lei’, rileva come tutta l’attenzione europea e mondiale sia rivolta al nostro Primo Ministro e non solo perché ricopre il ruolo di padrona di casa del G7 di questi giorni in Puglia.

L’Italia, infatti, unico Paese europeo uscito dal voto per Bruxelles, con una governance non solo confermata ma anche rafforzata, di fronte all’instabilità e ai veri e propri terremoti politici che di fatto colpiscono la maggior parte dei principali Paesi Ue in balia del estremismo, ha un’occasione unica, da non perdere: quella di dettare sul mare (e la Puglia non a caso ne è il baricentro) un’agenda europea che metta ancora una volta al centro il Mediterraneo e che si ritrova proprio a Roma , una guida salda per disegnare gli equilibri futuri, ma soprattutto per partecipare attivamente, con un ruolo di primo piano, a un nuovo assetto che riguarda l’intero bacino del Mediterraneo esteso al Mar Rosso e al Mar Nero.

Alessandro Santi, Presidente Federagenti

Lo sostiene il presidente della Federazione Agenti Marittimi, Alessandro Santi, che però non esita a evidenziare le perplessità e i dubbi riguardo alla capacità del Paese e del suo governo di cogliere queste opportunità, creando anche un vero e proprio trampolino di lancio per il Piano Mattei.

In questa operazione i porti dovrebbero svolgere una funzione essenziale, ma in questi giorni stiamo assistendo ad una crisi di governance portuale che rischia di avere ricadute anche sui tempi di realizzazione delle nuove opere che riguardano il sistema portuale e logistico.

Inoltre, allontanando nel tempo le ipotesi di riforma del settore oggi più che mai necessarie. La sovrapproduzione di regole, la loro scarsa chiarezza e propensione alla libera interpretazione, la sovrapposizione di regole, definizioni di ruoli e sistemi di controllo non fanno altro che alimentare situazioni di incertezza e di stallo che provocano ritardi e la fuga degli investitori dal nostro Villaggio.

Per ciò che ci compete e certamente per l’Osservatorio privilegiato sui traffici internazionali, come agenti marittimi sentiamo di avere il diritto e il dovere di rivolgere un appello diretto al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, affinché non perpetui e ripeta gli errori commessi il sistema portuale e logistico del passato. Invece è il momento di “distribuire le carte”.

Rischiamo ancora una volta – sottolinea Santi – di ritrovarci impantanati in una stagione a rischio immobilismo e ciò proprio nel momento in cui, sia sul fronte dei lavori che su quello organizzativo e operativo, i porti, ciascuno con la propria vocazione, sarebbe chiamato ad un vero e proprio slancio, approfittando del recupero di centralità.

La credibilità e la robustezza internazionale di oggi derivano anche dal fatto che abbiamo la seconda capacità portuale europea (stiamo lottando per la posizione con la Spagna) e che siamo il secondo Paese manifatturiero (dopo la Germania): il nostro binomio capacità logistica/performance industriale ( ad ampio spettro) è la nostra vera forza, un connubio unico nel panorama europeo; e tendiamo a dimenticarlo troppo spesso, soprattutto i nostri politici.

 
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