L’Italia ottiene tre sì al G7. “Abbiamo fissato la rotta” – .

L’Italia ottiene tre sì al G7. “Abbiamo fissato la rotta” – .
L’Italia ottiene tre sì al G7. “Abbiamo fissato la rotta” – .

Francesco scende dall’elicottero e saluta a modo suo Giorgia Meloni: «Ancora vivo». “Ancora viva”, risponde rapidamente. «Siamo in due», minimizza. È il momento clou di una giornata storica. Quella che chiede anche la tregua olimpica. Tra le masserie di Borgo Egnazia, il primo ministro, in abito color glicine, riceve i potenti di tutto il mondo. L’elenco è da far girare la testa, tanta è la concentrazione di presidenti, primi ministri e autorità varie. Ci sono gli altri sei Grandi, a cominciare da Joe Biden, Papa Francesco per la prima volta al G7, e poi, citando indiscriminatamente, il presidente argentino Javier Milei, il presidente brasiliano Inacio Lula da Silva, e il primo ministro indiano Narendra Modi, fresco vincitore delle elezioni, il re di Giordania Abdallah II e il presidente turco Recep Erdogan. Strette di mano. Bilaterale. Flash e battute. Un ingorgo di problemi e aspettative. Tre sessioni dedicate alla migrazione, all’Indo-Pacifico e alla sicurezza economica, verso l’Ucraina, qui rappresentata da Volodymyr Zelenskyj, abbracciata da tutti e aiutata dall’accordo raggiunto l’altra sera che convoglierà all’Ucraina un prestito di 50 milioni di euro con miliardi di dollari garantiti dai profitti delle attività russe. È il primo tassello di un evento che diventa un successo della presidenza italiana. I giornali hanno dedicato pagine e articoli al grande gelo con Parigi e alla polemica sull’aborto, ma la sostanza dell’incontro planetario si misura su altri parametri.

Per la prima volta, la governance dei flussi migratori diventa oggetto di una sessione e di una riflessione collettiva curata da Giorgia Meloni e condivisa dagli altri partner. “Apprezzamento unanime” è la formula utilizzata per sottolineare l’importanza della scelta operata dalla Meloni. La guerra ai trafficanti e l’enunciazione di un principio semplice e chiaro, follow the money, follow the money per usare un’espressione che tutto il mondo conosce, e parallelamente la cooperazione con i Paesi da cui partono milioni di persone. In questo contesto il Piano Mattei prende forma e pian piano esce dall’ombra, ma per l’opposizione del Pd e dei 5 Stelle sarebbe solo una scatola vuota di buone intenzioni. A Borgo Egnazia, però, si sottolinea che il Piano Mattei è complementare all’EU Global Gateway, mentre altre iniziative sono in fase di sviluppo come il protocollo Italia-Albania che è contestato in patria, ma suscita molto interesse oltre i nostri confini. Il Piano Mattei è sancito anche nella dichiarazione finale del G7: «Siamo impegnati – affermano i leader nell’introduzione – a intensificare il nostro sostegno ai Paesi africani nei loro sforzi per raggiungere uno sviluppo sostenibile». Segue la benedizione a Roma: «Accogliamo con favore il Piano Mattei per l’Africa varato dall’Italia».

C’è poi il capitolo Ucraina, discusso nella prima giornata e ripreso anche nell’incontro bilaterale tra Joe Biden e Giorgia Meloni. Al termine dell’incontro, il presidente americano ha elogiato il primo ministro italiano “per il suo fermo sostegno all’Ucraina, mentre continua a difendersi dalla brutale guerra di aggressione della Russia, compresa la significativa assistenza dell’Italia in materia di sicurezza”. Il Primo Ministro, con un video, sottolinea il suo orgoglio per come “la nostra Nazione sia riuscita ancora una volta a stupire e a tracciare la rotta”. Poi il passaggio sui diversi risultati ottenuti con il G7. “In questi giorni l’Italia è stata al centro del mondo e gli occhi del mondo erano puntati su di noi”. Il documento finale, che raccoglie tante situazioni e tragedie del nostro tempo – da Gaza al Mar Rosso, da Haiti al Sudan – arriva in un clima quasi elettrico, con tanti incontri one-to-one per rilanciare le relazioni internazionali e testimoniare la centralità del nostro Paese e le sue ottime relazioni con numerosi partner.

Nelle conclusioni c’è anche un’esortazione a «rispettare la tregua olimpica», in relazione a Parigi 2024. Una giornata interminabile, iniziata con i Grandi che cantavano Buon compleanno, caro Olaf», al cancelliere tedesco Scholz per le sue 66 candeline, e in chiusura concerto di Andrea Bocelli.

 
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