programma pubblico al padiglione Italia – .

Due qui / To Hear, Padiglione Italia, Biennale Arte 2024, Courtesy l’artista, Massimo De Carlo, Frith Street Gallery e Magazzino. Foto: Agostino Osio / AltoPiano

Due qui / Per ascoltare: il titolo di Padiglione Italia della Biennale di Venezia, un progetto del curatore Luca Cerizza e dell’artista Massimo Bartolini, è tutto giocato sull’assonanza tra la traduzione dall’italiano all’inglese (two qui) e la sua pronuncia (ascoltare). Non poteva che andare nella stessa direzione il suo programma pubblico, con un ricco calendario di incontri: due si sono svolti durante l’apertura della Biennale, i prossimi sono in programma il 14 e 15 giugno. I prossimi si terranno nei mesi di luglio e settembre. Il tema? Ascoltandolo, ovviamente.

Il padiglione Italia alla Biennale d’Arte di Venezia 2024

Promosso dalla Direzione Generale per la Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura, il Padiglione è inteso come a metafora della relazione e della comprensione di sé e degli altri, spiega Cerizza. Quanto al programma del pubblico, «è stato ispirato dalla celebre frase del musicista e teorico John Cage ‘La musica è ovunque, se solo avessimo le orecchie‘, [La musica è ovunque, basta saper ascoltare]. Parliamo quindi della ricchezza della possibilità di ascolto ma anche di come spesso non siamo abituati ad ascoltare bene” spiega Cerizza. In collaborazione con Gaia Martino, la curatrice ha invitato una serie di ospiti italiani e internazionali che, dentro e fuori gli spazi del Padiglione, daranno vita a conferenze, conversazioni e performance musicali. «Credo che sia un esempio unico nel suo genere. La decisione di agire nel giardino e non proiettare immagini è di per sé in linea con la richiesta di essere ascoltati” continua.


Luca Cerizza, curatore del Padiglione Italia, Due qui / To Hear, La Biennale di Venezia, 2024. Foto: Andrea Avezzù

Una scelta che segue il lavoro svolto nel padiglione, prosegue Cerizza: «Non volevamo farne un museo, come accaduto in alcune edizioni precedenti. Abbiamo scelto di rispettare le caratteristiche di questo grande padiglione e di agire in continuità con il lavoro di Massimo Bartolini”. Il risultato è uno spazio tripartito, dominato nella prima gigantesca sala da una statuetta del pensoso Bodhisattva, nella seconda da una sorta di cattedrale di tubi che è in realtà allo stesso tempo un grande organo a canne metalliche e un giardino barocco all’italiana, completo di una fontana in continuo movimento al centro. E poi il giardino, condiviso con gli altri due spazi dalla matrice sonora, avvolgente e vibrante. Ovunque, il suono è protagonista: «Il programma pubblico approfondisce temi che fanno parte del lavoro di Bartolini da decenni», prosegue Cerizza. «Abbiamo iniziato a maggio con un incontro sulla Politica dell’Ascolto e quindi con la sua dimensione relazionale. Il secondo appuntamento è legato ad Ascolto della natura – o, citando Chandra Candiani, Fiducia sullo sfondo. Il terzo tema è quello dell’Ascolto di sé, in una dimensione più spirituale e meditativa, già molto presente nel padiglione, che vogliamo affrontare grazie a geografie e culture diverse”. In chiusura di settembre un incontro dedicato alla macchina e al suo rapporto con l’uomo

14 e 15 giugno quindi arriviamo lì”Ascoltare la natura”: dopo due laboratori (alle 11 e alle 13, con Attila Faravelli, Enrico Malatesta, Nicola Ratti il primo e con Diana Lola Posani il secondo), alle 16 lo scrittore e biologo David George Haskell esplora ciò che possiamo imparare ascoltando gli alberi. Alle 17 l’artista del suono e l’interprete vocale Diana Lola Posani presenta il talk “Vettore atmosferico di germogli trasparenti: ascolto profondo ed eco-mutualità”, dedicato alle pratiche di ascolto profondo come strumento per ricostruire il legame tra umano e non umano. Alle 18 è il momento Tiziano Scarpa, che leggerà il suo testo “Discorso di un condannato alle piante”, scritto per l’occasione sotto forma di confessione di un individuo confinato tra le piante e gli alberi del Giardino delle Vergini. Quella che segue è quella che può sembrare una favola per bambini, ma che in realtà è un regalo per gli adulti: Francesca Verga (assistente curatrice del Padiglione Italia) legge “L’albero presuntuoso”, scritta da Nicoletta Costa per l’occasione, dedicato alla comprensione del ritmo della natura, dalla ciclicità del tempo alle stagioni. ⁠

L'imperdibile programma pubblico del Padiglione Italia alla Biennale d'Arte di Venezia - immagine 4

Massimo Bartolini, Bodhisattva pensoso in La bemolle, 2024, Padiglione Italia, Due qui / To Hear, La Biennale di Venezia. Foto: Andrea Avezzù

Si riparte sabato 15 giugno alle 16, con un dialogo tra Haskell e Francesco Bergamo (architetto e coordinatore del Polo Studi Sonori dello Iuav) che parte dal libro “Sounds Wild and Broken” (Suoni fragili e savage, 2023, Einaudi), in cui Haskell intraprende un’esplorazione poetica dei suoni del nostro pianeta, da i processi che hanno prodotto tali meraviglie con i rischi attuali. Alle 17 prende la parola Neelakshi Joshi, ricercatrice che parlerà del movimento femminile himalayano Chipko, nato negli anni ’70 ed esempio attualissimo di movimenti radicali di azione per il clima. Si conclude alle 18 con una performance site-specific degli artisti del suono Nicola Ratti, Attila Faravelli e Enrico Malatesta.

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I prossimi incontri si svolgeranno il 12 e 13 luglio con il titolo Meditazione in azione (Ascoltare te stesso)mentre in calendario sono il 13 e il 14 settembre Fai per me (ascolta la macchina). Ecco tutti i dettagli, gli orari e gli incontri.

 
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