Un dubbio atroce per una giovane coppia di genitori di Legnano, in provincia di Milano: il bambino di tre anni potrebbe aver ingerito accidentalmente un farmaco antineoplastico i cui rischi non sono noti. È iniziata la corsa contro il tempo per cercare in tutta Italia un centro antiveleni che potesse rassicurare la coppia o, al contrario, salvare il piccolo. Il bambino è stato prima ricoverato all’ospedale di Legnano: ma il personale medico, non avendo le risorse strumenti idonei per verificare se il farmaco era presente nel sangue e nelle urine, ha chiesto aiuto all’ospedale Niguarda di Milano, che però ha avuto le stesse difficoltà. Al Centro Antiveleni dell’Istituto Mario Negri di Milano gli esperti hanno indicato come ospedale l’ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno l’unica struttura ospedaliera in Italia ad avere i requisiti per processare il farmaco probabilmente ingerito dal bambino. La capacità di Ruggi è stata facilmente individuata in quanto il suo servizio di Farmacologia Clinica ed i suoi laboratori di Farmacocinetica, Farmacologia Genetica e Tossicologia sono inseriti nella rete nazionale Sibioc (Società Italiana di Biochimica Clinica). Le provette con i campioni sono arrivate da Legnano in tempi rapidissimi.
Una volta arrivati a Salerno, i campioni sono stati sottoposti alle analisi, effettuate in tempi altrettanto rapidi, che non hanno mostrato traccia della droga. Un sospiro di sollievo per la coppia lombarda. Il dipartimento di Farmacologia di Ruggi è uno dei pochi a livello nazionale garantire ogni tipologia di servizio inerente la farmacologia clinicain grado cioè di fornire cure adeguate e specifiche in caso di terapie complesse in soggetti con patologie significative, compresa l’analisi specifica dei rischi cui vanno incontro gli operatori esposti alla contaminazione ambientale.
