“Milano? È famiglia. Lega giovanile? Nessun rimpianto. Mi ispiro a…” – .

“Milano? È famiglia. Lega giovanile? Nessun rimpianto. Mi ispiro a…” – .
“Milano? È famiglia. Lega giovanile? Nessun rimpianto. Mi ispiro a…” – .

Su come è arrivato al Milan: “Ho giocato per mesi in una squadra di Busto Arsizio in oratorio. IOMilan ha chiamato mio fratello per un provino. Era timido e mi hanno chiesto di fare qualche palleggio con lui. Da lì il provino e poi mi hanno preso. Questo a 5 anni“.

Sugli allenatori che aveva al Milan: “Certamente Biffi e Magrin furono anni bellissimi. Ero piccolo, ma mi piaceva saltare, amico.

Milan, Zeroli, Gullit e gli idoli

Sulla somiglianza con Gullit per le trecce: “Sì, quando giocavo all’estero c’erano alcuni commentatori che ha scherzato dicendo che ero il figlio di Gullit. È stato fantastico. Felice di essere paragonato a lui, ma la differenza è tanta“.

Sugli idoli: “Da bambino lo adoravo Iniesta per il suo modo di giocare e la sua personalità. Oggi mi ispiro a Bellingham. So che devo crescere molto”.

L’esordio tra i grandi

All’esordio contro il Sassuolo: “Quando mi ha chiamato Pioli mi tremavano le gambe e la mia ansia saliva, ma una volta entrato mi sono lasciato andare. Davanti a San Siro e ai tifosi è stato bellissimo. Ricordo il ‘Kevin come’ di Pioli. Una volta entrato non riuscivo più a sentire né a capire nulla. Mi sentivo come se fossi in una bolla. Florenzi è un fratello maggiore, mi prende in giro per come parloma mi dà molti consigli.

Zeroli sulla Lega Giovanile e Abate

“Mi ricordo la semifinale contro il Porto e il recupero per il gol in rimonta. Ho quasi iniziato a piangere. I miei rigori decisivi? Non lo so, non so come spiegarlo. È stato meraviglioso. Ho sempre cercato di liberare la testa e picchiarlo con calma. Il finale? Perderla non è mai bello, ma non abbiamo rimpianti e abbiamo dato tutto”.

Sull’Abate: “Ha cambiato la mia mentalità e il modo di attaccare la porta, di segnare gol. Cose a cui forse prima non davo troppa importanza. Mi ha insegnato ad essere un leader. Mi ha aiutato molto. Mi ha cambiato molto, anche nell’essere uomo e nel giocare con i grandi”.

 
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