funziona sempre – .

Il pareggio dell’Italia segnato da Bastoni contro l’Albania sembrava la fotocopia di quello realizzato da Osimhen a Bergamo contro l’Atalanta. Interpreti diversi, stessi movimenti, identico segreto.

Sembra quello del Napoli Luciano Spalletti anche se alla fine della partita ci sono i gol dei giocatori dell’Inter, Bastoni E Barella. Il blu della maglia è solo questione di sfumature. Ma il Nazionale che ha giocato (bene) e ha vinto controAlbania in un certo senso è arrivato allo stadio di Europei con l’identità di una squadra. Il calcio d’angolo da cui è arrivato il pareggio è un déjà vu, uno schema che sui social è stato descritto come una delle azioni più buggate dei videogiochi per segnare con il minimo sforzo.

È stata invece la prova tangibile (una delle tante emerse dal suo esordio continentale) che dietro c’è un lavoro meticoloso, quasi fosse il suo lavoro quotidiano con una squadra e un gruppo di calciatori ai quali ha la possibilità di trasmettere pensieri e istruzioni ogni giorno.

Il gol su calcio d’angolo per la Nazionale: uno schema visto al Napoli

Un anno fa, a Bergamo, il Napoli che sarebbe diventato campione d’Italia era sotto di un gol ma riuscì a rimontare e battere l’Atalanta (1-2). Al gol di Lookman è seguito quello di Osimhen, arrivato al culmine di un piano ben studiato in termini di movimenti e intenzioni, calibrato sulle posizioni testate in allenamento e applicato con altrettanta precisione.

Come giocherà l’Italia di Spalletti agli Europei 2024: la formazione titolare

Due sono andati alla battuta, Elmas e Zielinski. Il macedone passa palla al polacco che, a testa alta e con un tocco pieno di effetto, intercetta il nigeriano appostato sul secondo palo. Nonostante la marcatura serrata e la difesa piazzata dalla “dea”, l’attaccante si è fatto notare e ha segnato di testa il pareggio.

Ritagliamo la sequenza del videoclip e collochiamola in controluce che raccontava il pareggio di Bastoni. Questa volta è stato Pellegrini a disegnare la traiettoria su cui irrompeva il difensore dell’Inter: sempre in quella posizione, sempre di testa, sempre pronto a farsi trovare lì, nel cuore della difesa albanese (che difendeva in linea a pochi metri dalla porta ).

La difesa avversaria cade in trappola e viene catturata sul secondo palo

Qual è il segreto? Basta osservare come si sviluppa il gioco e quali sono i movimenti dei giocatori, sia degli attaccanti che dei difensori. La scelta di colpire corto e affidare la palla, il tempismo del cross all’intuito e alla bravura di un giocatore che ha il piede giusto per fare quelle cose (come si dice in gergo) ha l’effetto di far muovere la difesa avversaria attirandola. in trappola: si allarga a fisarmonica e si infittisce in zona centrale (anche ‘distratto’ dagli inserimenti di altri giocatori per ammucchiarsi in mezzo), lasciando spazio sul secondo palo. Quello da sfruttare per fare gol.

Bello ma non è ancora tutto oro quello che luccica. L’allenatore, che al termine della gara non ha esitato a sollevare obiezioni in diretta tv, ha ribadito (se ce ne fosse ancora bisogno) quale identità e mentalità preferisce, tanto da lasciarsi scappare che “non ha senso fare questo “se tutte quelle cose belle messe in campo non portassero ad altro che alla rifinitura e al gol (3, 4 sbagliati per un soffio), alla verticalità e alla capacità di leggere la partita/il momento, per crederci di più e meglio . Proprio come è successo nel ‘suo’ Napoli.

 
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