Accusa il collega, finisce sotto processo. L’assistente sociale: «Un’ingiustizia» – .

Accusa il collega, finisce sotto processo. L’assistente sociale: «Un’ingiustizia» – .
Accusa il collega, finisce sotto processo. L’assistente sociale: «Un’ingiustizia» – .

ANCONA L’ordine professionale di cui fa parte avvia un procedimento per esaminare l’eventuale decadenza dalla carica di consigliere. E lei, secondo la tesi dell’accusa, accusa il collega di aver ricevuto denaro per un evento formativo “in evidente conflitto di interessi” con i dettami dell’Ordine, e quindi “in regime di assoluta incompatibilità” con l’incarico ricoperto.

I crimini

Parole che finirono l’ormai ex consigliere dell’Ordine degli Assistenti Sociali delle Marche Paola Sabrina Banzato sotto processo per diffamazione nei confronti di Giuseppa Ferraro, all’epoca consigliere non solo dell’Ordine ma anche del Comitato Pari Opportunità della Provincia di Ancona. Non c’è stata alcuna azione civile. Banzato dovrà rispondere anche di minacce. In una riunione a distanza del Consiglio (dove venne addirittura votata la sua espulsione dall’assemblea) avrebbe pronunciato queste parole: “Stai attenta a quello che fai, se deciderai del mio licenziamento ci saranno delle conseguenze personali e professionali. ” Ieri è iniziato il processo davanti al giudice Pietro Renna. Secondo quanto emerso, tutto è iniziato con l’avvio di un procedimento da parte del Consiglio per valutare l’incompatibilità dell’incarico di consigliere della Banzato a causa – precisa l’Ordine – della sua partecipazione ad un evento formativo a titolo oneroso. Questo tema è in contrasto con la normativa vigente: seminari e convegni per la formazione continua non devono essere retribuiti agli assessori.

Il Pec

L’episodio della presunta diffamazione è avvenuto il 18 maggio 2020, tramite posta elettronica certificata: “Avevo prodotto una dichiarazione, scritta dal mio avvocato, per difendermi dall’accusa di incompatibilità”, ha detto ieri l’imputato. Il contenuto: «Ho citato a titolo oneroso un evento formativo al quale Ferraro aveva partecipato nel giugno 2019, producendo anche tutta la documentazione rilevante. Per me c’era un chiaro conflitto di interessi, anche perché l’organizzazione di quel seminario era stata votata in Consiglio”.

Sulle minacce del 16 giugno 2020: «Mai dette quelle parole. Quel giorno mi sono limitato a leggere alcune osservazioni precedentemente inviate via email. Sono stato nominato capro espiatorio, c’era crudeltà nei miei confronti. Ho subito un’ingiustizia” ha detto l’assistente sociale. “Tra l’altro sono stato accusato di essere stato pagato per la formazione, ma sono stato assolto”. In udienza sono stati ascoltati gli altri operatori sociali presenti all’accesa seduta del 16 giugno 2020. Due consiglieri si erano dimessi. Sentenza prevista per il 4 ottobre.

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Corriere Adriatico

 
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