«Le regole certamente esistono» – .

“Le regole in città ci sono e non sono mai mancate”.

Associazione VivereAVillanova Risposta al presidente della Fipe Confcommercio Sud Sardegna Emanuele Frongiasecondo cui a Cagliari “non ci sono regole, l’estate è iniziata e non sappiamo se e quando e come potremo lavorare” e a pagarne le conseguenze non sono solo i proprietari dei locali che “sfacciatamente” non lo fanno rispettare le regole, ma anche chi vive nell’incertezza.

«Ricordiamo al presidente Frongia – risponde l’associazione – che se da un lato la preoccupazione dell’imprenditore è legittima, è altrettanto il diritto dei residenti a poter confidare nel rispetto dei loro diritti primari alla salute e al riposo che trovano la loro fonte – tutt’altro che incerta – in norme e regolamenti che scendono progressivamente dal rango costituzionale, passando per il codice civile e il codice penale, fino a regolamenti comunali come quello per la concessione del suolo pubblico. Quanto all’affermazione secondo cui “ci battiamo da tempo contro un piano di abbattimento del rumore che non ci permette di lavorare in tutta tranquillità nel rispetto anche dei residenti dei quartieri” ci teniamo a ricordare che la sua lotta contro il piano antirumore è anche la nostra come associazioni di quartiere e come cittadini, anche se alcuni hanno ritenuto necessario erigere barricate per difendere il reddito di posizione.

«In questo contesto – prosegue – non abbiamo dimenticato l’iter della sua approvazione nell’ultimo consiglio consiliare. Non abbiamo dimenticato i nomi di chi ha giocato con il tempo, il nostro e quello dei cittadini. Non abbiamo dimenticato gli errori grossolani di cui è riempito il Piano per poterlo fare giustificare l’aumento dei decibel rinviando poi ad un altro consiglio la stesura del proprio decreto attuativo. Ebbene sì: questo Piano non permette anche a noi di vivere in completa serenità! Deve essere chiaro che Cagliari e in particolare il centro storico non deve essere un Far West privo di regole o sottoposto alle regole del più forte (che purtroppo non è mai il residente). E deve essere chiaro che compito delle associazioni di categoria come la vostra è anche quello di prendere le distanze, senza se e senza ma, da tutti quegli imprenditori che operano in palese violazione delle regole, danneggiando i cittadini e i propri colleghi con forme di concorrenza sleale. Ed altrettanto evidente è il fatto che le sanzioni applicate dagli uffici comunali sono proprio frutto di quelle norme che Frongia sostiene non esistono”.

«Occorre a questo punto – prosegue – un plauso pubblico al Servizio Attività Produttive Comunali per la sistematica attività di verifica svolta nell’ultimo anno attorno alla città, che ha avuto il merito di evidenziare una serie infinita di irregolarità e abusi connessi alle concessioni di attività di ristorazione su suolo pubblico, rispetto alle quali si era formata la convinzione che potessero essere, se non legibus solutus, almeno zone franche in cui era possibile recarsi in deroga alle norme esistenti, conosciute e sottoscritte. Come rappresentanti di una parte dei residenti crediamo fermamente in una naturale convivenza e convivenza con attività commerciali e produttive di ogni genere, essenziali ai fini di un ripopolamento positivo del centro storico rifuggiamo l’idea del commercio per un turismo mordi e fuggi che riduce le porzioni prestigiose delle città in stereotipate Disneyland, con la sistematica fuga degli abitanti».

«In questo senso – la conclusione – le attività di controllo svolte e quelle che verranno (e che non dovranno mai mancare) speriamo possano svolgere una funzione virtuosa responsabilizzando gli operatori e i loro clienti, al rispetto delle regole e dei luoghi e sarà un giorno fantastico in cui non verranno più comminate multe a seguito dei controlli, segno di maturità dove tutti saremo diventati rispettosi degli altri e delle regole. Nell’attesa di quel giorno, è nostra intenzione avviare al più presto un dialogo con il nuovo Consiglio Comunale e con la proposta di nuovo Consiglio e con i suoi uffici tecnici comunali, convinti che la via del dialogo sia quella primaria e che, come più volte ripetuto da parte di tutti i candidati, di tutti gli eletti (chi più chi meno) e dello stesso Massimo Zedda, le soluzioni condivise sono l’arma vincente che non può non passare attraverso la strada della democrazia partecipativa”.

(Unioneonline/D)

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