Lo Zac? Quindi è un bluff. Nessuno ferma le auto ma Silvetti risponde: “No, funziona”

Lo Zac? Quindi è un bluff. Nessuno ferma le auto ma Silvetti risponde: “No, funziona”
Lo Zac? Quindi è un bluff. Nessuno ferma le auto ma Silvetti risponde: “No, funziona”

ANCONA All’inizio doveva essere una zona a traffico limitato. Poi è diventata una Zac. In effetti Portonovo è acqua di rose, dove il poliziotto, ausiliare di…

Sei già abbonato? Accedi qui!

  • Tutti gli articoli del sito, anche dall’app
  • Approfondimenti e newsletter esclusivo
  • IL podcast delle nostre firme

– O –

Sottoscrivi l’abbonamento pagando con Google

sottoscrivi

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE

MENSILE

€ 4,99

1€ AL MESE
Per 3 mesi

ATTIVARE ORA

Allora solo 49,99€ invece di € 79,99/anno

Abbonati con Google

ANCONA All’inizio doveva essere una zona a traffico limitato. Poi è diventata una Zac. In effetti, quello di Portonovo è un passaggio all’acqua di rose, dove vigilante, ausiliare del traffico e dipendente della cooperativa Atlante fanno più moral suasion che altro. Ma chi vuole passare, passa. Ma non erano questi gli accordi. Zac non funziona, almeno nella sua funzione di filtro. Se per filtro intendiamo una misura rigorosa. Troppo facile da dribblare. Solo una scusa. E per i furbetti non sono previste multe, che arrivano solo per sosta vietata. Per il Comune si parla di “flessibilità” ma lo schema depositato insieme alla delibera istitutiva dello Zac diceva il contrario.

Il sistema

Con parcheggi pieni, la discesa a valle dovrebbe essere consentita solo agli utenti «con parcheggi privati ​​e prenotati, in accesso a proprietà private, in transito senza sosta e con permessi per disabili» scrive la società Sintagma, che sta curando la redazione del PUMS e dei suoi allegati, tra cui lo Zac. Una volta completati i parcheggi pubblici, poi, per scendere non basterebbe uno stabilimento con parcheggio privato (790 posti riservati nella baia) ma servirebbe uno spazio per ogni cliente sfrattato dagli affollati parchi pubblici.

La realtà

In realtà, però, basta dire che hai una prenotazione in un posto o inventare una scusa qualsiasi e ottieni l’abbonamento. A Portonovo incontriamo Silvetti. “Tutti i parcheggi a valle cominciano solo ora ad essere pieni”, dice il sindaco. Ma sono solo le 12.30 di una domenica di giugno. E ad agosto? Ci sarebbe il parco Pieri ma per il sindaco «Serve soprattutto Mezzavalle». Un cartello, l’unico che indica i parcheggi a dire il vero, gli darebbe ragione anche se non fossero gli stessi operatori al cancello a dirottare al parcheggio Pieri chi vuole scendere nello stallo al semaforo rosso perché lo scambio è pieno. E poi: che fine ha fatto il database delle targhe degli autorizzati a scendere? Non è ancora arrivato. «Se ne servirà ad agosto» dice Silvetti. Auguri a chi dovrà controllare manualmente auto per auto perché questo è uno dei problemi: la mancanza di tecnologia. Basterebbe un QR Code (non una telecamera intelligente) per riconoscere le persone autorizzate ed evitare di creare ingorghi sulla strada provinciale (come già avviene nel caso dei controlli più puntuali). Gli altri limiti? Non esiste alcun potere sanzionatorio. Nessuno ha l’autorità per fermare chi vuole varcare il cancello. Inoltre va migliorata la comunicazione tra gli operatori a monte e quelli a valle per capire quando i parcheggi si libereranno. E poi, come detto, la segnaletica è insufficiente: i turisti, soprattutto stranieri, finiscono per perdersi senza indicazioni adeguate su dove parcheggiare e come prendere la navetta.

La direzione politica

In definitiva: non sarebbe stato meglio attivare una zona a traffico limitato, con una telecamera intelligente in grado di riconoscere le targhe delle persone autorizzate e inquadrarne gli altri, come avviene a Sirolo? «Non possiamo spendere soldi pubblici per qualcosa che servirà solo venti giorni all’anno» risponde Silvetti. Che sottolinea: «Vedo una realtà diversa da quella descritta, non c’è polemica. A Valle non c’è traffico, lo Zac funziona”. Ma forse è una questione di volontà politica. La domanda è: vogliamo liberare la baia dall’invasione delle auto oppure no? Se così fosse, lo Zac non può essere, almeno per come è strutturato, lo strumento utile per raggiungere l’obiettivo. Senza dimenticare moto e scooter che possono transitare liberamente nonostante i 310 spazi pubblici dedicati. Chi può arrivare su due ruote per aggirare i controlli, finendo poi per parcheggiare sul ciglio della strada o addirittura nel verde, con il rischio potenziale di favorire incendi.

© TUTTI I DIRITTI RISERVATI

Leggi l’articolo completo su
Corriere Adriatico

X
 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

PREV “A Catanzaro città e provincia non c’è stato né l’effetto Salvini né l’effetto Vannaci, ma solo l’effetto Mancuso” – .
NEXT (ri)generare bellezza – Confcommercio – Imprese per l’Italia – .