Droga nel container a Sassari, la Procura chiede l’assoluzione per il re dei fatti La Nuova Sardegna – .

Sassari Il raid tra i capannoni deserti della zona industriale di Sassari cominciò la mattina del 15 agosto di tre anni fa. Sono stati trovati in un contenitore 10 chili di marijuana e il proprietario del “C&B eventi di lusso” di Predda Nieddaera stata arrestata un’importante società di organizzazione di eventi con sedi in città e in Costa Smeralda.

Per questi fatti Stefano Baldino, 50 anni, noto imprenditore dell’Isola, era finito sotto processo. Ieri mattina, davanti al giudice Paolo Bullasi è svolto il dibattito del Pubblico Ministero Ilaria Achenza il quale, sulla base di quanto emerso nell’udienza preliminare, ha chiesto l’assoluzione dell’imputato. Richiesta alla quale ha aderito il difensore con circostanziate argomentazioni Marco Manca. Il giudice ha rinviato la sentenza a luglio.

Quando i militari della guardia di finanza dell’amministrazione di Porto Torres si sono presentati ai cancelli dei “C&B luxury events”, Baldino non c’era. Elemento evidenziato dal difensore nel corso del colloquio: «era sulla Costa Smeralda da tre giorni, e le chiavi del container e della compagnia erano nella disponibilità di più persone». Gli investigatori delle Fiamme Gialle non erano lì per caso, sapevano che all’interno di un container chiuso a chiave nel piazzale antistante l’azienda di allestimenti superlusso era stato nascosto qualcosa di illegale. La segnalazione è stata precisa, tanto che i finanzieri si sono presentati a Predda Niedda in compagnia di un cane antidroga. La prova che non si erano sbagliati è arrivata proprio quando il cane della squadra cinofila ha iniziato a scodinzolare nervosamente davanti all’ingresso del container. E lì sono stati rinvenuti due sacchi neri contenenti una decina di chili di marijuana divisi in sette sacchetti di plastica.

Fin dai primi istanti Stefano Baldino aveva negato con forza che la sostanza fosse sua e aveva spiegato di non sapere come fosse finita nel contenitore. Nel corso del processo, testimoni della difesa hanno confermato che le chiavi erano possedute da più persone e che chiunque lavorasse lì, compresi i lavoratori extracomunitari, avrebbe potuto nascondere la droga nel container. Tra l’altro, come ha sottolineato l’avvocato Manca, «quella mattina, quando gli uomini della finanza sono arrivati ​​sul posto, hanno trovato tutte le porte aperte e le chiavi del container sul tavolo a disposizione di chiunque. Mentre Baldino era in Costa Smeralda da 2/3 giorni prima”.

Ennesima circostanza evidenziata, «alcuni mesi dopo i fatti, un cittadino extracomunitario è stato trovato all’interno del magazzino mentre rubava e aveva con sé le chiavi sia del magazzino che del container. Questa persona lavorava lì come operaio in quel periodo e dopo questo episodio è stata mandata via”.

Baldino, registrazione pulita, aveva scelto di affrontare il processo con il rito ordinario, fiducioso di poter dimostrare la sua innocenza. Il giudice Bulla deciderà se la sua versione dei fatti è credibile o meno e se le richieste dell’accusa e della difesa devono essere accolte.

L’imprenditore è stato premiato nel 2018 con la sua azienda nella sezione ristorazione alla seconda edizione di “The Italian Wedding Stars”, congresso nazionale in cui vengono selezionate le eccellenze italiane coinvolte nel mondo dei ricevimenti e dei matrimoni.

 
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