“Ho portato qui un gruppo di fuggitivi, me compreso…” – .

Ecco chi governa Viterbo… – Il primo cittadino a cena con l’assessore Marco Bruzziches la sera del 26 settembre: “Chi cazzo l’aveva mai fatto il sindaco” – E aggiunge: “C’è chi di noi se si addormenta e sogna quello che sogna stanno per fare, se si svegliano tutti sudati…” – L’unico che si salva è l’assessore Alfonso Antoniozzi

di Daniele Camilli

Il sindaco Chiara Frontini e Fabio Cavini

Viterbo – “Ho portato qui un gruppo di fuggiaschi, me compreso, perché chi cazzo aveva mai fatto una cosa del genere al sindaco…”. La sindaca Chiara Frontini, su se stessa, i consiglieri e la maggioranza. Nella registrazione della cena a casa dell’assessore Marco Bruzziches la sera del 26 settembre scorso, poi trascritta dalla Procura.

“Cioè oggettivamente – sottolinea Frontini – credo che ci siano alcuni di noi che, se ci addormentiamo e sogniamo quello che stiamo per fare, si svegliano tutti sudati…”.

L’unico a non essere annoverato tra i “fuggiti” è l’assessore alla cultura e vicesindaco Alfonso Antoniozzi.

Viterbo – Consiglio Comunale – La maggioranza

Contro Frontini e il marito Fabio Cavini, partendo proprio da quella cena e dalla registrazione di essa fatta da Bruzziches, i pm Massimiliano Siddi e Chiara Capezzuto hanno chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di minaccia ad un organo politico in concorso. Dopo la denuncia di Bruzziches e le indagini che ne seguirono. L’udienza davanti al Gup Giacomo Autizi è fissata per il 21 novembre, in via Falcone e Borsellino, Palazzo di Giustizia. I pm avevano chiesto anche il giudizio immediato, che è stato respinto dal gip Rita Cialoni.

Il punto di partenza delle affermazioni sul “gruppo fuggitivo” è, come lo definisce Frontini, “il concetto di fiducia”.

“Tutto sta nel concetto di fiducia – esordisce il sindaco – che non vuol dire buttare via le cervella, vuol dire che hai me… e ora entro in questo caso… mi hai individuato come la persona che ritieni degno di essere sindaco e che ha portato qui, dopo dieci anni, un gruppo di persone che erano tutte scappate di casa… me compreso, perché chi cazzo aveva mai fatto una cosa del genere al sindaco…”. «Cioè essere scappato di casa è una bella definizione…», rilancia Bruzziches. “Cioè, adesso parliamo chiaro – prosegue Frontini – lo possiamo dire qui e lo dico per conto mio, eh… ma è così… siamo un gruppo di… cioè se ci guarda…”.

“Ma per caso, sei scappato di casa per caso…”, prova ad addolcire la pillola Bruzziches. “Lo dico ogni tanto…” aggiunge invece Cavini.

“Tolto… tolto davvero – riprende la parola il sindaco – cioè tolto, che ne so, Alfonso (Antoniozzi, ndr) alla cultura che ha una sua…giusto? Ma sai anche quante volte… passo le mie giornate lì perché, a volte, devi affrontare delle situazioni…”.

Viterbo – Il consigliere Alfonso Antoniozzi

La discussione prosegue con Cavini che a questo punto prova a riaggiustare le cose. “Va bene, adesso – dice il marito del sindaco – adesso sei diventato bravo…”. “Nonostante tutto, vero? – insiste a sua volta Frontini – Cioè dici: ‘Madonna, come cazzo faccio?’. Va bene? Ma ma”. “Questo era vero all’inizio – continua Cavini – ora mi sento di dirvi che non è più vero…”. Frontini, però, non si ferma, e prosegue: “Cioè, oggettivamente, credo che ci siano alcuni di noi che, se ci addormentiamo e sogniamo quello che stiamo per fare, si svegliano tutti sudati…”.

Cavini prova ancora a intervenire, spiegando cos’è la democrazia, ma Frontini lo zittisce: “…devi impedirmi di parlare”. Tanto che Bruzziches interviene e dice: “Aoh, non discutere, eh…”.

“Ecco la forza – conclude infine il sindaco – la forza di questa storia… la forza di questa cosa sta proprio nel fatto che comunque, nonostante le differenze, nonostante le lamentele, nonostante il diritto di lamentarci che tutti abbiamo , poi alla fine siamo siamo sempre riusciti a venirne fuori come uno… ora se c’è…”. E qui si ferma. “Ora se ce n’è uno” è Letizia Chiatti. Tanto che Bruzziches commenta: “Oh… e con Letizia proprio non saprei spiegarlo. Ora mi hai dato la tua… eh.. diciamo versione, non versione, spiegazione. Diciamo molto ben dettagliato.”

Daniele Camilli

Presunzione di innocenza

Nell’ordinamento penale italiano vige la presunzione di innocenza fino alla sentenza definitiva. Presunzione di innocenza che si basa sull’articolo 27 della Costituzione italiana secondo cui una persona “non è considerata colpevole finché non viene condannata in via definitiva”.

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18 giugno 2024