“Anche Invimit si ritira” – .

“Anche Invimit si ritira” – .
“Anche Invimit si ritira” – .

“A che punto sono le trattative sull’ex Mattonaia con la società Invimit del Ministero dell’Economia e delle Finanze?”. Lo chiede Luigi Sofia, capogruppo di Sinistra Unita per Pisa, in un’interrogazione al Consiglio. “L’ipotesi Invimit non è percorribile al momento”. Questa la risposta dell’assessore al patrimonio Filippo Bedini, l’unico che ha una risposta perché alla domanda di Sofia hanno coinvolto anche l’assessore al Commercio Paolo Pesciatini e il sindaco Michele Conti. Ma a parlare per la prima volta di Invimit nel 2023 fu l’assessore Frida Scarpa che vide la possibilità di utilizzare l’immobile come residenza per studenti. Invimit ha risposto a gran voce, e l’ex Mattonaia resta una vulnerabilità, una ferita che non si rimargina da oltre vent’anni, un vero e proprio onere immobiliare nel centro della città che, asta dopo asta a privati, è stato restituito al mittente . Sofia non si arrende e prosegue il suo interrogatorio con altre domande: “Quali sono le proposte del Comune per integrare il complesso della Mattonaia nell’offerta culturale e commerciale della città, considerati i precedenti tentativi falliti di trasformarlo in un mercato coperto?”. La risposta è: “Nessuno. L’immobile non è funzionale ad attività culturali”.

Dalle risposte di Bedini è chiaro che il Comune sta incontrando altri soggetti per l’acquisto della Mattonaia. Sofia chiede poi il coinvolgimento dei cittadini, soprattutto dei residenti del quartiere, ma la risposta è chiara “visto che l’amministrazione vuole vendere l’immobile, non c’è necessità e nemmeno utilità di coinvolgere i cittadini”. “Il progetto originario di costruzione di case popolari risale al 1984 – racconta Sofia – finanziato dalla Gestione delle Case dei Lavoratori (Gescal), ma non è mai stato portato a termine a causa di problemi finanziari. Il complesso è rimasto in uno stato di grave degrado e abbandonato nonostante i tentativi di recupero, compresa la recente proposta di trasformarlo in mercato coperto”.

La Mattonaia è stata occupata più volte da movimenti cittadini e studenteschi con successivi sgomberi e sigillature. La prima occupazione risale al 2013 da parte del Comune dei Beni Comuni. Nel 2020 altro tentativo del Comune Conti di mettere in vendita la Mattonaia con una base d’asta valutata da un advisor privato intorno ai due milioni di euro. Il Comune ha dovuto risolvere anche un contenzioso con la parrocchia di San Michele in Borgo. Nel 2016 l’asta è stata di quasi tre milioni di euro. Nel 2021 si sono già registrate cinque aste non andate a buon fine. Insomma, quegli 11 appartamenti (a vocazione abitativa sociale) a cui si aggiungono sette-otto fondi commerciali rimarranno ancora una ferita architettonica e sociale aperta. Fino a?

Carlo Venturini

 
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