Orrore in campagna, 25enne abbandonato in strada con il braccio amputato – .

IL DRAMMA

«Ho ricevuto la foto dell’incidente da un operaio che per fortuna è passato di lì e ha notato qualcosa di grave. Siamo scioccati, è una cosa barbara”. Hardeep Kaur, sindacalista della Flai Cgil, conosciuta da tutti come Laura, ha la voce tremante mentre racconta il dramma accaduto ieri pomeriggio a Borgo Santa Maria. «Un ragazzino ha perso un braccio mentre lavorava, è rimasto bloccato in una delle macchine, e questo di per sé è molto grave. Ma quello che è successo dopo è stato ancora peggio: invece di essere portato in ospedale, il ragazzo è stato abbandonato davanti a casa con accanto una scatola di plastica, con dentro il braccio staccato. Tutto questo davanti alla moglie che urlava supplicando il proprietario di portarlo in ospedale!

Sulla dinamica dell’incidente avvenuto in una piccola azienda agricola a conduzione familiare sta indagando la polizia. Bisognerà chiarire il ruolo di ogni persona coinvolta in questa brutta storia per valutarne le responsabilità. A partire dal titolare dell’azienda che avrebbe avuto un ruolo attivo, secondo la ricostruzione del sindacato che ha raccolto la denuncia. «La moglie del ragazzo ferito – spiega Laura Hardeep Kaur – è stata precisa nel denunciare l’accaduto, poi ha raccontato tutto alla polizia, vogliamo che venga fatta chiarezza perché è successa una cosa veramente atroce».

Il ragazzo di 25 anni si chiama “Navi” e vive in Italia da qualche anno insieme alla moglie, più o meno coetanea. Da circa due anni lavorano entrambi nell’azienda agricola di Borgo Santa Maria dove ieri è avvenuta la tragedia. Secondo la ricostruzione, il bracciante stava lavorando con i macchinari utilizzati per sistemare i teli bianchi utilizzati nei campi, che vengono stesi nelle gallerie. Un meccanismo li arrotola rapidamente e, a quanto pare, il braccio di Navi era bloccato nella macchina. È successo tutto in pochi secondi: un movimento veloce, il taglio netto dell’arto superiore, le urla, il sangue.

Ciò che occorre chiarire soprattutto è quanto accaduto nei minuti successivi. Invece di essere trasportato in ospedale, il giovane è stato caricato su un minibus da 9 posti dal titolare dell’azienda e da un’altra persona, forse il “caporale”. Sul minibus è stata fatta salire anche la moglie del ferito. Forse lei, scioccata, pensava che sarebbero andati in ospedale. Ma no. Si sono diretti verso l’abitazione del ferito che dista pochi chilometri dall’azienda agricola, in zona Sant’Ilario. Un viaggio che vi sarà sembrato infinito.

«Quando sono arrivati ​​davanti alla casa – racconta Laura Hardeep Kaur – il proprietario ha afferrato fisicamente il ragazzo ferito e lo ha trascinato fuori, per poi lasciarlo davanti all’ingresso. Alla fine prese una cassetta e ci mise dentro il braccio mozzato, una scena orribile. Tutto questo è avvenuto davanti agli occhi della moglie che ci ha raccontato la sua dinamica. Urlava disperatamente, evidentemente voleva portare suo marito all’ospedale. Per fortuna poco dopo che è passato di lì un altro operaio in bicicletta, lei aveva già visto il minibus sfrecciare a tutta velocità, ha capito che era successo qualcosa. Per fortuna è stato lui a contattarmi e a mandarmi le foto. Poi, da quanto abbiamo capito, il proprietario è tornato a casa, pare abbia cercato di pulire il sangue dal minibus. Successivamente si è presentato alla polizia insieme al suo avvocato”.

Saranno gli inquirenti a confermare o smentire questa ricostruzione dei fatti, a stabilire responsabilità e ruoli di ogni persona coinvolta. Navi è ricoverato al San Camillo di Roma, in gravi condizioni, non solo per la perdita del braccio ma anche per altre ferite piuttosto gravi, tra cui anche alle gambe. Un quadro clinico complesso e molto delicato. Probabilmente, se non fosse stato soccorso dopo l’allarme lanciato dall’altro bracciante, sarebbe morto davanti casa.

«Oggi – commenta Laura Hardeep Kaur, segretaria generale della Flai Cgil Frosinone Latina – non siamo di fronte solo a un grave infortunio sul lavoro, che di per sé è già allarmante ed evitabile. Siamo di fronte alla barbarie dello sfruttamento, che calpesta la vita, la dignità, la salute delle persone e ogni regola di civiltà. Monitoreremo ogni giorno questi campi, queste strade, questi villaggi e quartieri e per le prossime settimane saremo in tanti, perché non possiamo lavorare in queste condizioni”.

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Il Messaggero

 
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