Crisi di maggioranza, molti chiedono un rimpasto in vista della Capitale della Cultura – .

Crisi di maggioranza, molti chiedono un rimpasto in vista della Capitale della Cultura – .
Crisi di maggioranza, molti chiedono un rimpasto in vista della Capitale della Cultura – .

Che fine ha fatto il Comune di Agrigento dopo l’ennesimo choc della maggioranza sindaco e la bocciatura (volontaria) del Piano triennale delle opere pubbliche? Niente.

Sì, perché alla fine, nonostante Micciché si sia lanciato in una replica – inaspettata – la linea è quella del “facciamo finta che non sia successo niente”. Nei prossimi giorni la giunta riproporrà il piano triennale, sperando che questa volta la “temperatura” dei deputati riduca le proteste dei consiglieri di maggioranza e si possa continuare a tirare avanti fino alla prossima emergenza politica.

Un primo effetto si è visto chiaramente leggendo i firmatari di una risposta alle dichiarazioni del sindaco, firmata solo dalla Dc e dagli assessori Cirino e Bruccoleri, anche se a ben guardare tra assenze, astenuti e voti contrari, sono proprio loro i partiti a sostegno è la maggioranza, a partire da Forza Italia, a non aver fornito sostegno nei giorni scorsi. Forse un “miracolo” quello del consiglio comunale aperto ieri sera sul problema dell’acqua, che probabilmente non permetterà di portare una sola goccia d’acqua nelle case dei cittadini ma che sicuramente ha riparato qualche perdita.

“Abbiamo letto con stupore l’affermazione del sindaco in merito alla volontà espressa dal consiglio comunale – dicono Cirino, Spataro, Zicari, Vitellaro, Bongiovi, Bruccoleri -. Il sindaco, che in 4 anni sarà stato presente in Aula circa 4 volte, e ha permesso ai suoi consiglieri di non riferire i progetti che stanno portando avanti durante la votazione sulle variazioni di bilancio, o di fornire i dati richiesti durante il question time, ora viene a parlarci di responsabilità? Dovremmo essere noi a sistemare le cose? Vogliamo parlare di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025? Vogliamo parlare della scadenza del 30 giugno, della Fondazione senza soldi e senza direttore generale, della mancanza di trasporti, di pulizia, di servizi. Potremmo continuare con l’elenco ma chiudiamo dicendo: il sindaco ha un’idea curiosa di politica e democrazia! Siamo stati eletti per rappresentare e difendere la città! Se i conti per lui non tornano, lasciagli un’impennata di responsabilità!”.

Ma cosa sta succedendo nella maggioranza di Miccichè?

Le questioni sono diverse: da una parte ci sono gli alleati che contestano al sindaco di non aver discusso i temi; dall’altra c’è chi molto più banalmente (e sono la maggioranza) tra i partiti di maggioranza chiede un rimpasto che rappresenti una sorta di “tela di Penelope” annunciata ma finora sempre rimandata, questo sempre per un “niet” imposto da Palermo. Un rimpasto delle deleghe consiliari che servirebbe a riequilibrare alcune situazioni: un esempio è quello di concedere un altro consigliere a Forza Italia a discapito dei tre incarichi concessi a Fratelli d’Italia, ma anche di rimodulare alcune deleghe e dire addio ad alcuni componenti della squadra con minor peso politico.

Sullo sfondo di questi eventi non solo il voto del 2025, ma ovviamente anche e soprattutto Capitale della Cultura. Ma, come sempre, tutto bene.

 
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