«È stato sbagliato fare campagna elettorale qui» – .

«È stato sbagliato fare campagna elettorale qui» – .
«È stato sbagliato fare campagna elettorale qui» – .

Non si è svolto senza polemiche il vertice dei leader del G7 organizzato a Borgo Egnazia, in Puglia, dall’attuale presidenza italiana. I Paesi riuniti al vertice hanno trovato un accordo sui prestiti a Kiev, e il primo ministro italiano ha assicurato “il sostegno unanime” alla proposta americana di cessate il fuoco a Gaza. Ma quello che ha prevalso fino a pochi minuti prima della cena al Castello Svevo di Brindisi, ospitata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è stata l’assenza della parola aborto nella bozza finale del vertice. A riaccendere la polemica è stato il presidente francese Emmanuel Macron, rispondendo a una domanda dei giornalisti. «Mi dispiace che non sia qui, voi conoscete la posizione della Francia che ha inserito nella Costituzione il diritto all’aborto. Non è la stessa sensibilità che c’è nel vostro Paese”, ha detto Macron, “La Francia condivide una visione di uguaglianza tra uomini e donne, non è una visione condivisa dall’intero spettro politico. Mi dispiace ma lo rispetto perché è stata la scelta sovrana del vostro popolo”. Parole che difficilmente sarebbero potute passare inosservate alla padrona di casa, Giorgia Meloni, che infatti ha risposto prontamente: «Non c’è motivo di discutere su questioni che siamo già d’accordo da tempo. E credo che sia profondamente sbagliato, in tempi difficili come questi, fare campagna elettorale utilizzando una sede preziosa come il G7”. Una frecciata al presidente francese, che dopo la sconfitta alle europee ha sciolto l’Assemblea nazionale e ha indetto elezioni anticipate.

La stretta di mano

«La polemica sulla presenza o meno della parola aborto nelle conclusioni è del tutto pretestuosa. Le conclusioni di Borgo Egnazia ricordano quelle di Hiroshima, in cui già l’anno scorso approvammo la necessità di garantire che l’aborto sia “sicuro e legale” – ha proseguito il primo ministro – è un dato di fatto e nessuno ha mai chiesto di prenderlo fa un passo indietro su questo. Le conclusioni, infatti, se non introducono nuove argomentazioni, per non essere inutilmente ripetitive, si limitano a richiamare quanto già dichiarato nei vertici precedenti”. Appena mezz’ora dopo le istituzioni italiane erano in fila all’ingresso del castello per accogliere i leader stranieri. Compreso ovviamente Macron, che secondo il protocollo dettato è stato l’ultimo ad entrare nell’edificio. Calorosa la stretta di mano con il presidente Mattarella, poi c’è stato il bacio di mano con la figlia Laura Mattarella, il tutto sotto lo sguardo attento e severo del presidente del Consiglio. Finalmente è toccato a loro salutarsi: strette di mano, sorrisi di cortesia e baci sulla mano, gesti che però non nascondevano una certa freddezza.

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