“Paga troppo basso per consegnare mille pacchi a 40 gradi” – .

“Paga troppo basso per consegnare mille pacchi a 40 gradi” – .
“Paga troppo basso per consegnare mille pacchi a 40 gradi” – .

Va tutto bene professione ha le sue particolarità, le sue pro e il suo controche può o non può adattarsi alle esigenze di una persona. Per questo motivo, un Lavoro perfetto per qualcuno potrebbe essere impossibile per qualcun altro. Nel caso di Rianna il problema è sorto quando lo è diventata corriere per amazon: non poteva resistere più di due giorni prima di dare il dimissioniincapace di presentarsi il terzo giorno dopo aver avuto un esaurimento nervoso. Non c’era nemmeno una sola motivazione stipendio adeguato da poterla convincere a restare visto che, a suo avviso, la paga non è per nulla commisurata alla sofferenza di dover consegnare tanti pacchi, tutto il giorno e con un caldo soffocante: «È una roba da pazzi».

Motivi di licenziamento

Non so cosa mi abbia detto la testa per farmi credere che potrei diventare un fottuto corriere per Amazon. Ho appena avuto un vero e proprio crollo nervoso – racconta Rianna nel video pubblicato sul suo account TikTok -. Non potevo nemmeno partire per un viaggio, ho rinunciato all’improvviso. Ho guidato quel grosso furgone laggiù e sono tornata indietro e ho detto: ‘Sì, tesoro, smetto. Questa roba non fa per me’”.

Poi spiega in dettaglio alcune delle ragioni che l’hanno portata a questa decisione: “Tratti le persone come m*rda, le paghi 18,75 dollari l’ora (circa 17,50 euro, ndr) per guidare un furgone enorme con mille pacchi sopra quando ci sono 40 gradi? Sei pazza. A tutte le donne che lavorano come corrieri per Amazon, siete persone forti, vi auguro il meglio, io non ce la faccio”.

Dopo che molti utenti hanno criticato Rianna per non essere riuscita a mantenersi un lavoro che, secondo loro, non sembra nemmeno così difficile, la donna ha pubblicato un altro video in cui spiega dettagliatamente il suo problema e in particolare il giorno in cui aveva perso le staffe. e annunciare le sue dimissioni. Innanzitutto esprime apprezzamento per i suoi colleghi e supervisori, tutti molto gentili e disponibili, pronti a spiegarle con calma e precisione cosa deve fare.

Alla fine del primo turno Rianna è soddisfatta, ma il giorno dopo le cose cambiano perché le vengono dati tre carrelli pieni di pacchi e «devi caricarli tu sul furgone, e io sudavo come una matta, cioè ero gocciolante perché faceva tanto caldo”. Sta per uscire ma si accorge che non c’è benzina e le viene detto che deve metterla, ma mentre è per strada e esce dal magazzino «gli scatoloni cadono, il furgone è troppo pieno, è un disastro.. .e ho avuto un esaurimento nervoso. Ho iniziato a piangere e mi sono detta “questa non può essere la mia vita”. Sono riuscito ad arrivare al distributore di benzina e da lì non mi sono mosso. Non sapevo nemmeno come fare benzina”.

La maggior parte degli utenti ha sottolineato ancora una volta la pigrizia di Rianna, affermando che non è successo niente di particolare e che il problema è tutto suo: Incredibile che alcune aziende vogliano che tu faccia il tuo lavoro per darti dei soldi, scrive qualcuno con sarcasmo. C’è però chi commenta che «Almeno dovrebbe esserci qualcuno che carica i furgoni», mentre una ragazza racconta: «L’ho fatto per un anno, ogni giorno volevo mollare e alla fine ce l’ho fatta, il giorno al quale avrei dovuto consegnare 243 pacchi!

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La mattina

 
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