“Se mi chiameranno a condurre Sanremo lo farò, non è un’operazione a cuore aperto. Napoletano? Il suo suono è diventato centrale” – .

“Se mi chiameranno a condurre Sanremo lo farò, non è un’operazione a cuore aperto. Napoletano? Il suo suono è diventato centrale” – .
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Il cantautore si è raccontato in un’intervista a La Stampa

Siamo stati i primi a lanciare l’indiscrezione FQMagazine. Gigi D’Alessio tra i possibili ospiti del prossimo Festival di Sanremo. Adesso il cantautore a La stampa dice di volersi candidare in qualche modo: “Andrei sicuramente da Amadeus a prendere lezioni perché dopo di lui non sarà facile. Confesso, però, che non avrei paura perché non è un intervento a cuore aperto. Io ogni anno faccio il mio Sanremo in Piazza Plebiscito e non avrei paura”. Ci tiene però a precisare che nessuno lo ha contattato: “Non me lo hanno proposto e io lo leggo solo come te sui giornali. Qualcuno ha detto che ho proposto ma secondo voi è possibile? Immagina se propongo di fare il Festival conoscendo le dinamiche di eventi così importanti. Naturalmente registro il mio nome tra quelli che se ne sono andati ma non posso sapere come sia successo”. FQMagazine può confermare che il nome di D’Alessio – che afferma “figuriamoci se mi proponessi” per poi candidarsi sulla stampa – circola da tempo nelle “stanze del potere”, con ‘citazioni’ crescenti e cadente.

Sempre su Sanremo ma riguardo alla scorsa edizione, ricorda con amarezza i fischi di Geolier: “Quella sera l’Ariston scrisse una brutta pagina per la tv e il Festival. È stata una classifica amara per Angelina e anche per Geolier. Alla fine la sala stampa ha vinto contro la sala degli italiani”. Per lui Geolier «è un esempio da premiare perché è nato in un quartiere disagiato e oggi è all’Università a spingere i ragazzi a studiare; sta portando avanti un bellissimo messaggio”. Di proposito della canzone napoletana e del grande successo che sta avendo anche e soprattutto nel rap, D’Alessio spiega: “È diventato centrale il suono della lingua che non tutti conoscono ma apprezzano. Mogol un giorno mi disse, lo giuro sui miei figli, che quando componeva con Battisti diceva a Lucio di tradurre il pezzo in napoletano e di sentire se suonava bene. Anche i Beatles venivano ad ascoltare le melodie napoletane per trarne ispirazione: allora di cosa vogliamo parlare?”.

 
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