Secondo l’analisi preliminare dei dati genomici, da mesi un ceppo altamente patogeno dell’influenza aviaria si sta diffondendo tra il bestiame americano. L’epidemia probabilmente è iniziata quando il virus è passato da un uccello infetto a una mucca, probabilmente alla fine di dicembre o all’inizio di gennaio. La congiuntivite con emorragia in entrambi gli occhi, senza compromissione della vista, è il sintomo presentato dal primo caso umano legato all’epidemia di virus dell’influenza aviaria H5N1 ad alta patogenicità circolante tra i bovini da latte negli Stati Uniti. Si tratta del lavoratore di un’azienda lattiero-casearia texana la cui infezione ha fatto notizia un mese fa, rimbalzando sui media internazionali. La descrizione del caso è oggetto di una lettera all’editore pubblicata sul ‘New England Journal of Medicine’, firmata da esperti dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) di Atlanta, del Texas Department of State Health Services e Laboratorio di risposta al bioterrorismo della Texas Tech University a Lubbock, del Dipartimento dei servizi sanitari statali del Texas ad Austin. Un’immagine a corredo della corrispondenza: una foto degli occhi del paziente.
«Infezioni umane sporadiche da virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità (Hpai) A(H5N1), con un ampio spettro di gravità clinica e un tasso di mortalità cumulativo superiore al 50% – ricordano gli autori della lettera – sono state segnalate in 23 Paesi in più di 20 anni. I virus Hpai A(H5N1) appartenenti al clade 2.3.4.4b si sono diffusi ampiamente tra gli uccelli selvatici in tutto il mondo a partire dal 2020-2021, causando epidemie nel pollame e altri animali. Recentemente” gli stessi virus “sono stati identificati in vacche da latte e in campioni di latte non pastorizzato in diversi stati degli Stati Uniti”. Nell’uomo, “è stato segnalato un caso di infezione da virus Hpai A(H5N1) in un lavoratore di un’azienda lattiero-casearia del Texas”, proseguono i firmatari, entrando nei dettagli che lo riguardano. Il paziente “presentava arrossamento e fastidio all’occhio destro a fine marzo 2024”. Alla prima visita medica “si notarono emorragia sottocongiuntivale e drenaggio sieroso nell’occhio”. Respirazione normale, saturazione al 97%, polmoni puliti, nessuna febbre o sintomi respiratori, nessun cambiamento della vista o altro, precisano gli esperti.
«L’operaio non ha riferito alcun contatto con volatili selvatici, pollame o altri animali malati o morti», ma ha parlato di «esposizione diretta e ravvicinata con vacche da latte che sembravano stare bene e con altre che invece mostravano gli stessi segni di malattia delle mucche da altri allevamenti, nella stessa zona del Nord Texas, con infezione confermata da virus Hpai A(H5N1)”. Sempre secondo il racconto dell’uomo, “quando lavorava con gli animali indossava i guanti, ma senza protezioni per le vie respiratorie o per gli occhi”. Il paziente è stato sottoposto a tampone, con prelievo di campioni congiuntivali e nasofaringei. I risultati di entrambi erano “presuntivi per virus dell’influenza A e A(H5)”, pertanto “è stato raccomandato l’isolamento domiciliare e è stato somministrato il farmaco antivirale” oseltamivir orale (75 mg 2 volte al giorno per 5 giorni)” sia all’uomo e ai suoi contatti diretti. “Il giorno successivo – prosegue la descrizione del caso – il paziente non ha riportato alcun sintomo, eccetto fastidio ad entrambi gli occhi”. Dopo la rivalutazione, quindi, i medici hanno riscontrato “emorragia sottocongiuntivale in entrambi gli occhi, senza disturbi della vista. Nei giorni successivi l’operaio ha riferito la risoluzione della congiuntivite, senza sintomi respiratori, e i familiari sono rimasti in buona salute”.
