Van der Poel a Liegi? Bartoli e Bettini dicono no – .

Due che conoscono Liegi come le strade di casa, avendone conquistato una coppia a testa: Michele Bartoli e Paolo Bettini. Il maestro e l’allievo, esperti delle Ardenne come pochi altri al mondo. Abbiamo chiesto loro quale fosse il tema che comincia a essere centrale nei bar: riuscirà Van der Poel a vincere a Liegi, scalzando Pogacar?

Lo sappiamo, quando ti rimangono negli occhi grandi imprese come quella dell’olandese a Roubaix, ti sembra che per lui tutto sia possibile. Ma allora torniamo con i piedi per terra e comprendiamo che l’impossibile in realtà non esiste.

«Un bel duello tra Pogacar e Remco – dice Bartoli – mi sarebbe piaciuto! Ma questa volta è toccato a Evenepoel infortunarsi e per il secondo anno consecutivo non potremo vederlo. Ma ditemi una cosa: anche voi siete tra quelli che pensano che Van der Poel possa vincere il Liegi? Non credo”.

«Anche io sono dalla parte di quelli che indicano Van der Poel fuori dai giochi per il Liegi – dice Bettini – secondo me non può minacciare Pogacar, che se ne libera quando vuole su quel tipo di salite. Abbiamo già visto come possa essere messo in difficoltà in un Amstel e il Liegi è un’altra cosa”.

Bartoli e Bettini hanno corso insieme dal 1997 al 2001, vincendo complessivamente 4 Liegi
Bartoli e Bettini hanno corso insieme dal 1997 al 2001, vincendo complessivamente 4 Liegi

Le salite delle Ardenne

Michele Bartoli, che ha trascorso il suo primo anno da professionista al fianco di Adrie Van der Poel e si è fatto conoscere sulle strade del Nord, non crede proprio all’ipotesi che il campione del mondo possa vincere a Liegi. E come in passato avevamo commentato le gesta dell’olandese e del suo rivale Van Aert, arrivando a paragonare il primo a un cecchino e l’altro a qualcuno che spara a pallettoni, anche questa volta l’analisi è chiara.

«È bello provarci – dice il toscano che ha vinto due volte la Liegi – ma le salite delle Ardenne non sono paragonabili alle mura delle Fiandre. Ho sentito dire che potrebbe vincerlo, perché ha vinto il campionato del mondo a Glasgow che sarebbe stato uno dei più impegnativi di sempre, ma ovviamente non ho visto la stessa gara. Glasgow era una Fiandra senza pavè, salite durate poche decine di secondi. A Liegi alcuni durano pochi minuti. E quando è così, le cose cambiano”.

La Liegi non è una corsa facile: le sue salite non sono pedalabili come quelle del Poggio
La Liegi non è una corsa facile: le sue salite non sono pedalabili come quelle del Poggio

Analisi sbagliate

Lo sguardo è puntato innanzitutto sugli avversari e non solo su Pogacar che avrà sicuramente tanti riflettori puntati addosso. La selezione che Van der Poel ha attuato alla Roubaix, anche alla luce delle qualità atletiche ben evidenziate da Pino Toni, non sarà replicabile. Il percorso di Liegi non è adatto alle sue caratteristiche e questo potrebbe causare l’attivazione della riserva ben prima della decisione della gara.

«Dipende molto dall’andamento della gara – prosegue Bartoli – perché è chiaro se lo portano con il gruppo compatto e al piccolo trotto fino all’ultima salita, non lo porteranno certo via. Ma credo che se la gara andasse come al solito, avversari come Skjelmose, Pello Bilbao, Vlasov, Carapaz e altri scalatori potrebbero crocifiggerlo. Io starei attento a pensare che possa vincere tutto, ci sono corridori più forti di lui in salita. Mi viene in mente l’anno in cui Petacchi vinse nove tappe al Giro d’Italia e cominciarono a dire che forse avrebbe potuto entrare in classifica. O quando qualcuno ha deciso che Ganna potesse puntare al Giro d’Italia, senza tener conto delle sue caratteristiche fisiche. Quando leggo certe cose mi viene voglia di prendere il telefono e chiamare, ma ho imparato a lasciar perdere».

Tom Pidcock ha vinto l’Amstel costringendo Van der Poel a un regime eccessivo
Tom Pidcock ha vinto l’Amstel costringendo Van der Poel a un regime eccessivo

Attenzione a Pidcock

Tra coloro che potevano dire la loro anche a dispetto di un colosso come Pogacar, Bettini vede il vincitore dell’Amstel Gold Raceche ha dimostrato di essere tra gli scalatori più in forma del momento.

«Non credo a Van der Poel per il Liegi – dice il livornese, che ha vinto anche due mondiali – mentre penso che un nome da seguire è quello di Pidcock. Ha dimostrato che su quei percorsi sa anche vincere. Forse potrebbe essere lui a indebolire Pogacar. Ma non sarà certo Van der Poel, mi sento di escluderlo nettamente. Lo vedremo domenica al Doyenne…”.

Van Aert ha altre caratteristiche che gli permettono di andare forte anche in salita
Van Aert ha altre caratteristiche che gli permettono di andare forte anche in salita

Van Aert è un altro corridore

L’argomento da cui prendiamo spunto per affermare che Van der Poel potrebbe effettivamente colpire il Liegi è legato a ciò nel 2022 Van Aert, che atleticamente poteva somigliare al suo vecchio rivale, arrivò terzo dopo Evenepoel e Quinten Hermans. E che Mathieu ha conquistato il sesto posto anche nel 2020, vincendo lo sprint dietro al gruppo di Roglic, Hirshi, Pogacar, Mohoric e Alaphilippe.

«Van Aert è diverso – dice secco Bartoli – lui è già arrivato terzo a Liegi, ma soprattutto è un corridore che ha vinto da solo dopo aver superato il Mont Ventoux. Ed è anche lui che, tirando per Vingegaard sui Pirenei, ha separato Pogacar. Van Aert ha una predisposizione diversa per l’arrampicata, tanto si parlava di lui come di qualcuno che avrebbe potuto vincere il Tour. Non ci ho mai creduto, ma qualcuno lo ha detto. Dobbiamo anche ricordare che il ciclismo non è il terreno dove andare per dimostrare le proprie teorie. Conoscendolo si capisce come tutto rientri in una logica precisa. Vuoi sapere quante possibilità darei a Van der Poel di vincere il Liegi? Direi il 10%.. Abbiamo visto vincerlo anche Gerrans, che era un velocista, ma sinceramente non credo che sia l’anno delle grandi sorprese”.

 
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