chi ha vinto? Certamente Meloni, Schlein e l’astensionismo – .

chi ha vinto? Certamente Meloni, Schlein e l’astensionismo – .
chi ha vinto? Certamente Meloni, Schlein e l’astensionismo – .

Umberto Baldo

So bene che alcuni di voi leggendo quello che scrivo a volte saranno portati a pensare che io sia un “contrarian” a cui non piace niente, sempre pronto a trovare il “pignolo”.

Non mi sento di biasimarvi, ma cosa volete, lui è più forte di me, e non posso proprio fare a meno di denunciare le cose che non vanno in questa nostra Repubblica, ovviamente sperando sempre in un possibile miglioramento.

E parlando delle elezioni europee, non si può non sottolineare l’anomalia italiana riguardo ai tempi delle votazioni, che ci divide visibilmente dal resto d’Europa.

Sarà anche vero che il nostro Demostene non perde mai occasione di mettere in risalto la nostra “diversità”, come se fosse un valore di cui andare fieri, ma qualcuno dovrebbe darmi una ragionevole spiegazione del perché nell’Europa “normale” (di cui vorrei definire “civile”) si vota in un solo giorno, mentre qui ne servono due.

Per la precisione c’è un altro Stato in cui si è votato per due giorni, la Repubblica Ceca, che, gli amici cechi non mi biasimano, non è certo una delle nazioni leader dell’Ue.

Ma c’è un’altra “diversità” che trovo anch’essa inspiegabile, quella del “momento” del voto.

Avrete visto, per fare qualche esempio, che ieri in Germania si è votato solo fino alle 18, in Francia e Spagna fino alle 20.

Perché mai è diventato necessario tenere le urne aperte dalle 15 alle 23 sabato 8 giugno e dalle 7 alle 23 domenica 9?

L’unica spiegazione che posso darmi è che i nostri dirigenti del partito sono ancora fermi al secolo scorso, quando i sostenitori della Democrazia Cristiana e i compagni del Partito Comunista usavano i due giorni (normalmente domenica e lunedì) per vagliare le liste degli iscritti di destra, andando a raccogliere gli anziani, i malati e in generale chiunque avesse deciso per ragioni proprie di abbandonare le urne dalle proprie case per accompagnarli al voto.

Ma quelli erano altri tempi, quelli dell’aspro confronto della “guerra fredda”, in cui ogni voto non doveva essere sprecato.

Oggi non ha più senso prolungare indefinitamente i tempi delle votazioni.

Il nostro Demostene non ha ancora capito che se uno non intende votare non andrà mai, anche se si tengono aperte giorno e notte le urne!

E lo dimostra il dato dell’affluenza alle urne, che si è attestato al 49,69%, ma con la particolarità di essere stato di circa 13 punti percentuali inferiore a quello delle concomitanti elezioni amministrative, che ha raggiunto il 62,7%.

Percepisci la morale che scaturisce da questi due dati?

Che la nostra classe politica negli anni ha fatto l’impossibile per screditare l’immagine e il ruolo dell’Europa, per cui gli italiani, legati di per sé al proprio “particolare”, hanno concluso che le elezioni per il rinnovo del Consiglio Comunale di Roccacannuccia (località scelta a caso) piuttosto che quelle del Parlamento Europeo.

Oltretutto, con questa “follia” di chiudere le urne alle 23, abbiamo di fatto bloccato per ore il processo elettorale continentale, perché la regola comune prevede che la diffusione dei risultati inizi quando anche l’ultimo Stato ha chiuso.

Ma in realtà gli “altri” almeno hanno rilasciato subito gli exit poll, e così, in spregio al nostro sacro principio del silenzio elettorale, gli ultimi italiani si sono recati alle urne quando in Germania il secondo posto è stato ottenuto dai neonazisti di Alternative für Deutschland (dietro la CDU e davanti ai socialisti), in Austria al primo posto sempre dell’estrema destra, e in Francia perfino il presidente Macron ha sciolto l’Assemblea nazionale indicendo nuove elezioni per il 30 giugno e il 7 luglio (Marine Le Pen ha raddoppiato il Partito del presidente ).

Insomma, tutta l’Europa era nel fermento post elettorale, mentre nella Repubblica di Pulcinella la gente si recava con calma alle urne (quei pochi che ci andarono) dopo essere tornata dalla spiaggia e essersi fermata in pizzeria.

Ma cosa c’è di così strano?

Siamo mediterranei, l’Italia è la terra del sole; solo che la Spagna è anche mediterranea, ma in termini di efficienza sembra sempre più un paese del Nord Europa.

“Siamo diversi”, ci dicono i nostri Demostene, solo che non si rendono conto che questa nostra decantata diversità rasenta ormai il ridicolo.

Venendo ai risultati elettorali, ai numeri, che in politica in definitiva sono la cosa che conta perché determinano la governabilità, nel momento in cui scriviamo non hanno ancora il timbro della definitività, ma ci siamo molto vicini.

Poiché il voto è avvenuto a livello europeo, il bilancio finale dovrà inevitabilmente essere fatto guardando ai Paesi nel loro insieme.

E a questo proposito è inutile girarci attorno, l’estrema destra avanza ovunque e si afferma in Europa, scuotendo alcuni Paesi. Abbiamo visto che Macron ha indetto nuove elezioni in Francia, che il primo ministro belga De Croo si è dimesso in lacrime, e non è che il cancelliere tedesco Scholz stia meglio, visto che i socialisti si sono piazzati dopo l’AfD.

Certo, i segnali c’erano tutti, ma sebbene questi risultati siano stati parzialmente annunciati, quando diventano realtà aprono scenari nuovi e imprevedibili, inaugurando una legislatura ad alto rischio per il progetto europeo.

Ma nonostante il “terremoto”, probabilmente gli equilibri del nuovo Parlamento europeo non cambieranno rispetto a quello precedente

Secondo i conteggi provvisori, infatti, le formazioni della vecchia coalizione europea, popolari, socialdemocratici e liberali (Renew) ammontano al 56% dei 720 seggi dell’emiciclo europeo; con i Verdi, chiamati a diventare la chiave e il freno d’emergenza dell’estrema destra, dovrebbero rappresentare il 63%.

Certo, saranno necessarie trattative, anche difficili, ma alla fine immagino che a Bruxelles verrà riconfermata la maggioranza cosiddetta “Ursula”, forse un po’ ammaccata.

Venendo in Italia, tutte le risposte si possono trovare guardando la schermata riepilogativa dei risultati.

E questo (58488 sezioni su 61650) ci dice che Fratelli d’Italia è al 28,8%, il Pd al 24,04%, il Movimento 5 Stelle al 9,87%, Forza Italia-Noi Moderati al 9,71%, la Lega al 9,47%, Alleanza Verdi Sinistra al 6,61, Stati Uniti d’Europa al 3,69%, Azione al 3,29%, Pace Terra Libertà al 2,19%. Libertà all’1,23% e SvP allo 0,54.

Volendo fare le pagelle, Fratelli d’Italia è il primo partito con circa il 29 per cento (in aumento rispetto alle politiche, e non è poco), davanti al Pd che è sopra un ottimo 24 per cento. Per entrambi si tratta di un risultato molto positivo, che dimostra che la polarizzazione tra i due leader ha dato i suoi frutti.

La Lega supera il 9%, che era un po’ l’obiettivo minimo per non considerare molto negativo il risultato di queste elezioni, ma è di Forza Italia, ed è quindi il terzo partito per consensi nella coalizione di destra .

Male invece il Movimento 5 Stelle, sceso sotto il 10%, mentre Verde e Sinistra ha ottenuto un risultato sorprendente, nettamente al di sopra delle aspettative, visto che ha preso il 6,6%, probabilmente grazie a Ilaria Salis”, che voi può piacere o meno, ma mobilita evidentemente gli aderenti a movimenti come Potere al Popolo.

Sia la lista degli Stati Uniti d’Europa di Matteo Renzi ed Emma Bonino che la lista Azione di Carlo Calenda non hanno raggiunto la soglia del 4%, e quindi non eleggeranno eurodeputati.

Volendo riassumere con la categoria “Chi vince e chi perde” non avrei dubbi: hanno vinto sicuramente Giorgia Meloni ed Elly Schlein; Hanno perso Giuseppe Conte e Matteo Salvini.

Un discorso a parte per i moderati di Azione e gli Stati Uniti d’Europa, la cui sconfitta (al netto della follia della divisione) ci dice che tra il consolidamento del bipolarismo, e la diffusione delle destre, in questo nostro Paese, ma purtroppo anche in Europa, lo spazio per le forze liberali democratiche, forse le uniche veramente europeiste, si sta restringendo sempre più.

Questa non è una buona notizia, perché la storia europea ci insegna che l’affermazione dell’estremismo si è sempre trasformata, alla lunga, in avventurismo e restrizione degli spazi di libertà.

Sicuramente nei prossimi giorni dovremo tornare sul tema elettorale, non solo per ragionare a mente fredda, ma anche per analizzare i risultati del nostro Veneto, e delle elezioni amministrative in generale.

Umberto Baldo

 
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