tutti perdono un’opportunità…tranne Max – Analisi Tecnica – .

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tutti perdono un’opportunità…tranne Max – Analisi Tecnica – .

Il Gran Premio del Canada è stata l’ennesima tappa emozionante e ricca di sorprese di questa stagione 2024. Alla fine ha prevalso ancora una volta Max Verstappen, pur senza la vettura migliore, ma guidando meglio della concorrenza e supportato da una squadra a sua volta perfetta e precisa in tutto, comprese le scelte tattiche e strategiche e l’esecuzione dei pit stop. L’olandese ha trovato i giusti antidoti ai cordoli velenosi di Montreal, scegliendo traiettorie a volte diverse da quelle dei rivali, ma sempre efficaci, e sfruttando il buon livello di carico e l’ottima trazione che il suo Toro Rosso comunque garantisce. Sulla carta, quella canadese era una delle piste meno favorevoli per il RB20E Sergio Perez non ha mancato di ricordarlo a tutti qualificandosi in 16esima posizione per poi ritirarsi dalla gara senza aver quasi progredito in classifica, ma il talento e le capacità di Verstappen sono emersi ancora una volta, trovando una vittoria che chiunque avesse messo gli occhi negli ultimi tempi la classifica deve averla considerata una clamorosa occasione mancata.

McLaren ancora la migliore vettura del weekend, Barcellona per la conferma di avere il passo della Red Bull

Quello che sicuramente più di tutti si rammarica dell’occasione mancata lo è Lando Norris con il McLaren. Ancora una volta l’auto di Lavorando si rivela il più completo, competitivo anche su una pista come quella canadese da un lato e capace di sfruttare a proprio vantaggio le basse temperature dall’altro, come avevamo visto accadere in Cina. Gestione delle gomme del primo stint, quando ero davanti Russell E Verstappen stavano mettendo alla prova le loro coperture, aveva dato a Norris un enorme vantaggio, sia in termini di ritmo (a volte 2 secondi al giro più veloce dei suoi rivali) sia, una volta davanti, in termini cronometrici, visto che l’inglese di testa aveva scavato una divario tra sé e i suoi rivali di quasi 10 secondi. Brutto errore di non fermarsi subito con il Macchina di sicurezza per la squadra guidata da Andrea Stella cosa che costò a Norris la testa della corsa e forse la gara, visto che il sorpasso non era comunque un’impresa da poco, soprattutto vista la grande trazione della McLaren che, in uscita dal tornante, mostrava un ottimo grip al posteriore. L’errore del muro della McLaren, in contrasto con la continua perfezione mostrata da Toro Rosso, racconta la differenza tra una squadra che sta maturando e una che ha vinto gli ultimi 3 titoli. Il pacchetto tecnico della McLaren, tuttavia, è stato almeno alla pari con la Red Bull se non migliore nelle ultime 4 gare e non sorprende che Piatti, nelle interviste post-qualifica, si sono lasciati scappare un riferimento alla loro lotta per il titolo, dimostrando che, al di là delle superficiali cautele, la McLaren tiene d’occhio la classifica. La prossima gara, quella di Barcellona, sarà la vera grande prova della verità per la McLaren. La vocazione della vettura è quasi totalmente aerodinamica, con a Centralina Mercedes ben gestito e una meccanica che ha ancora qualche punto debole nonostante sia ben gestita anche dalla squadra e dalla pista Montmelo sarà quello della verità capire se Norris e Piastri hanno tra le mani un mezzo con prestazioni paragonabili a quelle della Red Bull.

Mercedes: la rinascita ha bisogno di ulteriori conferme

Anche per quanto riguarda la squadra di Brackley c’è qualche rammarico per il weekend canadese, anche se l’impressione è quella Russell e il W15 erano ancora un passo indietro rispetto alla McLaren. Il fine settimana di Montreal ne ha mostrato uno Mercedes che sembra aver trovato una soluzione sul fronte della stabilità aerodinamica, ma ci sono ancora due grosse incognite da verificare. Il primo riguarda la finestra operativa, visto che abbiamo più volte notato come funziona la monoposto progettata da James Allison soffre di una finestra particolarmente ristretta, per cui è molto veloce quando trova la condizione giusta, ma perde velocemente competitività allontanandosi da essa. Se è vero che il fine settimana canadese è stato un pot-pourri di situazioni, è anche vero che la W15 ha sempre dato l’impressione di trovarsi a suo agio in condizioni di scarsa aderenza della pista (motivo per cui è andata spesso forte nelle prove libere, con pista non gommata) e alla fine l’intero weekend canadese si è corso in questa situazione, con la pioggia che lavava continuamente le gomme dalla pista in ogni sessione. Il secondo fattore è l’altezza da terra delle auto. Si è facilmente notato che a Montreal, a parte il bagnato, si sono viste pochissime scintille uscire dal fondo delle vetture a causa dello sfregamento con l’asfalto della pista. Questo perché per avere un buon passaggio sui cordoli alti le squadre dovevano aumentare l’altezza da terra rialzando tutte le vetture. Questa è una situazione decisamente più “perdonante” per chi ha problemi quando prova ad abbassare la vettura un po’ come Mercedes, quindi non ci sentiamo di definire il team guidato da Wolff come se fossero “arrivati ​​nella lotta” fino a quando non vedremo qualche conferma su diversi tipi di piste e condizioni.

Ferrari: il fine settimana più nero di Vasseur

Concludiamo l’analisi riflettendo su una trasferta oggettivamente disastrosa per la squadra Maranello. Fredric Vasseur aveva parlato degli zeri come della cosa peggiore di sempre per la classifica e in Canada la Ferrari ne ha piazzati addirittura uno doppio. Guardando la gara i commenti possibili sono pochissimi: il problema al motore Leclerc (che dalle nostre analisi pesava mediamente 12-18 km/h in tutti gli sprint rispetto a Sainze tra gli 8 decimi e gli 1,2 secondi al giro) rende preziosa la sua prestazione in gara, e, per quanto riguarda SainzLo stesso Vasseur ha dichiarato a Sky che l’incidente nella prima fase di gara è costato allo spagnolo danni al fondo che hanno abbassato il livello di carico di ben 20 punti, per cui è difficile dare un valore reale anche alla prestazione della squadra. numero 55. La dinamica della gara poi ha in qualche modo limitato anche alcuni tipi di rimonta, con fasi lunghe in cui la pista asciutta su cui dovevano guidare i piloti era larga appena quanto la vettura ed era impossibile uscirne, il che Ecco perché negli ascolti di domenica chi partiva da lontano, come le rosse, resta senza grandi motivazioni tecniche. La realtà è che il problema della Ferrari è stato soprattutto sabato, sempre sul giro secco, sempre con il freddo. Su una pista che dà poca energia alle gomme in termini di morfologia, dato che quasi tutte le curve sono lente, le basse temperature e la pista con scarsa aderenza sembrano essere state un mix fatale per il SF-24, incapace di estrarre il massimo grip dalla gomma morbida, come avevamo già visto accadere. Secondo noi questo ha poco a che fare con gli aggiornamenti apportati Imoladato che, secondo quanto dichiarato dagli stessi tecnici di Maranello, quel pacchetto non era pensato per risolvere il problema della qualificazione, aspetto che dovrebbe migliorare da Silverstone, per un secondo pacchetto evolutivo che dovrebbe portare anche un ulteriore step in termini di carico aerodinamico. Dopo la gara Vasseur ha lasciato intendere di avere un’idea precisa di quello che è successo alle prestazioni della vettura sabato, ed è interessante notare che nel corso del fine settimana più di un ferrarista ha fatto riferimento in momenti diversi alle pressioni di gonfiaggio delle gomme, ma è difficile pensare che sia solo un singolo fattore da modificare per trovare magicamente quello giusto. In quest’ottica la gara di Barcellona, ​​se confermasse le temperature calde spesso riscontrate, dovrebbe andare contro le rosse, ma vista la natura fortemente aerodinamica della pista è difficile pensare che la Ferrari possa già competere ad armi pari con RedBull E McLaren, che al momento sembrano un passo avanti su questo fronte. I punti di forza dell’SF-24 avrebbero dovuto fare la differenza in Canada, ma una combinazione di decisioni sbagliate (ci chiediamo ancora perché Leclerc fosse così arrabbiato sabato), condizioni e problemi di affidabilità hanno trasformato una potenziale opportunità in una brutale Caporetto.

 
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