Bussano da destra e da sinistra e l’obiettivo è sempre lo stesso: Dan Friedkin. L’ultima è la trattativa in fase di definizione per l’acquisto delEvertonun segno tangibile della rassicurante solvibilità del gruppo imprenditoriale alla guida della Roma e invece fonte di chissà quale preoccupazione rilanciata da giornali teoricamente molto distanti tra loro. […]
Sul fatto che l’impegno inglese non influirà su quello italiano che, anzi, eventualmente, ne trarrà beneficio, l’azienda si è espressa in modo abbastanza esplicito, commentando informalmente le prime indiscrezioni e, in via preventiva, attraverso la voce diretta di l’amministratore delegato Lina Souloukoual recente focus dedicato alle multiproprietà nel calcio a margine dei Globe Soccer Awards Europe Edition […].
Perché un’autorevole CEO come Lina Souloukou dovrebbe esporsi a nome dei Friedkin se non fosse assolutamente sicura di quello che dice? Se Dan domani vendesse la Roma, che ne sarebbe della credibilità dell’allenatore greco? La verità, e in questo caso l’omonimo giornale non c’entra, è che i Friedkin parlano poco, anzi nulla, proprio per non dilettarsi nello sport preferito da chi è abituato a chiacchierare e basta. E il contratto triennale a de Rossi (e in Ghisolfi) sono un altro chiaro monito ai naviganti. E chi sogna di mettere le mani sulla Roma dovrà aspettare ancora un po’.
(Il Romanista – D. Lo Monaco)
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