“Aspettando il Tour”, i ricordi di Perini, “Quella volta nell’82 con la maglia di lana” – .

“Aspettando il Tour”, i ricordi di Perini, “Quella volta nell’82 con la maglia di lana” – .
“Aspettando il Tour”, i ricordi di Perini, “Quella volta nell’82 con la maglia di lana” – .

“Per capire il ciclismo bisogna guardare il Tour de France”. Una massima che ci arriva da chi la conosce davvero visto che ha partecipato a dieci edizioni della terza manifestazione più seguita al mondo dopo Olimpiadi e Mondiali di calcio. Non ha bisogno di presentazioni Giancarlo Perini, uno dei più grandi ciclisti piacentini di sempre che non poteva certo mancare alla “maratona” televisiva che precederà la tappa piacentina del Tour del 1 luglio. È stato l’ospite d’onore della terza e penultima puntata di “Aspettando il Tour”, andata in onda ieri sera su Telelibertà e iniziata con una gradita sorpresa per i conduttori Nicoletta Marenghi e Claudio Barbieri. “Ho portato la prima maglia di quando ho fatto il mio primo Tour nel 1982, è di lana e l’abbiamo usata a luglio… e ne ho portata anche un’altra, è quella del Tour del 1992 quando sono arrivato ottavo”: Perini le ha mostrate con orgoglio alle telecamere per mostrare come questo sport è cambiato nel tempo.

le emozioni non cambiano

Le sue emozioni però non cambiano, quando ha saputo del Tour di Piacenza è rimasto di stucco: “La prima volta che me lo ha detto un amico ciclista che era nel mio negozio, non volevo crederci… poi quando me ne sono accorto era vero ovviamente mi ha detto che ero contento, ne ho fatte dieci ed è un evento imperdibile. Diciamo la verità, un ciclista che non fa il Tour non sa cosa sia il ciclismo… dovremo essere bravi a sfruttare l’evento, ma sono sicuro che ce la faremo”. Le insidie ​​per i campioni? “La distanza sicuramente, perché sarà la tappa più lunga e poi il caldo, ma non credo che i ciclisti avranno grossi problemi. Lo seguirò direttamente dal paese di partenza e poi andrò anche a Torino per vedere l’arrivo dei ciclisti. Chiaramente non ci andrò in bicicletta ma in macchina…”.

viaggio nel tempo

Inizia allora il viaggio nel tempo, verso quei tempi gloriosi e faticosi. “Abbiamo corso tappe lunghe durate oltre 10 ore… ma che porterò sempre nei miei ricordi – ha confessato Perini – oggi i ciclisti ci riportano a quei tempi eroici, il più grande è Pogacar ed è un peccato che non ce ne sia uno italiano . Una cosa però che non sopporto è la piccola radio che hanno, non ci serviva perché bastava guardarci negli occhi.” Il tuo ricordo più bello che lo ritieni al Tour? “Fu la vittoria di Stephen Roche, quell’anno vincemmo quattro tappe”. Sullo schermo scorrono i video di quegli anni: “Rivedere le vecchie immagini fa venire la pelle d’oca perché sono tutti ricordi bellissimi, anche a livello umano perché sono stato sempre accolto bene dalle squadre che ho frequentato”. Ma torniamo al 1992.

“Un anno di grazia – lo ha definito così – la Carrera era una grande squadra ed eravamo tutti molto affiatati. Con Chiappucci ho ancora un ottimo rapporto e viene sempre agli eventi che organizzo a Carpaneto. In quel periodo conobbi anche un certo Pantani… era serio e non si dava arie, purtroppo ci sono stati dei brutti fatti ma lo considererò sempre un cavallo di razza e una grande persona”.

 
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