auguri allo “sceriffo” del ciclismo mondiale. Nel 1984, in pochi mesi, stabilì il record dell’ora e vinse sia la Milano-Sanremo che il Giro d’Italia – .

auguri allo “sceriffo” del ciclismo mondiale. Nel 1984, in pochi mesi, stabilì il record dell’ora e vinse sia la Milano-Sanremo che il Giro d’Italia – .
auguri allo “sceriffo” del ciclismo mondiale. Nel 1984, in pochi mesi, stabilì il record dell’ora e vinse sia la Milano-Sanremo che il Giro d’Italia – .

TRENTO. Settantatre anni vissuti appieno e portati avanti perfettamente.

Tutto il Trentino festeggia il compleanno di Francesco Moser, uno degli sportivi trentini più famosi e vincenti di tutti i tempi. Spiccano nel suo palmares Giro d’Italia 1984 (con quattro vittorie di tappa), 3 Parigi-Roubaixuno Freccia valloneuno Gand – Wevelgem2 Tour della Lombardiauno Milano-Sanremo (nel 1984), a cui bisogna aggiungere il record dell’ora straordinaria fondata a Città del Messico, sempre nel 1984, il titolo di campione del mondo su strada conquistato a San Cristobal, Venezuela, nel 1977 (oltre a due secondi posti, ottenuti nel 1976 e nel 1978) e il titolo mondiale su pista nell’inseguimento individuale vinse a Monteroni di Lecce nel 1976.

Con 273 vittorie è, ad oggi, il professionista italiano di maggior successo, molto più avanti del suo “sempre” rivale Beppe Saronni (193) e Mario Cipollini (189) ed è il terzo ciclista più vincente in assoluto, dietro all’insuperabile Eddy Merckx (426) e di Rik Van Looy (379).

Oggi Francesco Moser, nato a Palù di Giovo il 19 giugno 1951 in una famiglia dove il ciclismo è sempre stato lo sport di casa (Anche i fratelli Enzo, Aldo e Diego erano professionisti), pedala ancora per diletto, segue tutte le gare più importanti (non solo per motivi professionali, ma anche per pura passione), è nonno, è padre e continua a lavorare nell’azienda da lui fondata.

Inoltre, da qualche anno, ha una nuova compagnal’ex ciclista professionista Mara Mosolecon cui fa coppia fissa: la relazione è stata resa pubblica dallo stesso Moser nel 2022 in un’intervista rilasciata a Corriere della Sera (ARTICOLO QUI).

In tanti gli hanno fatto gli auguri sui social. Incluso il presidente della Provincia Maurizio Fugatti, che ha ringraziato “Lo Sceriffo”così veniva soprannominato quando correva il campione di Palù di Giovo, per aver portato il nome del Trentino in tutto il mondo.

“Oggi festeggio un campione – scrive il Governatore del Trentino sui suoi canali – che ha portato il nome del Trentino nel mondo, esempio di determinazione e passione per tutti noi. A nome di tutta la comunità trentina, e mio personale, ti auguro un compleanno pieno di gioia e serenità. Grazie per tutto quello che avete fatto e continuate a fare per lo sport e per il nostro territorio. Buon compleanno, Francesco.”

Dopo aver vinto il titolo di campione del mondo nel 1977 (e aver sfiorato l’impresa l’anno prima a Ostuni, classificandosi secondo alle spalle del belga Maertens), l’anno “d’oro” per Moser fu sicuramente il 1984: il 20 gennaio stabilì il nuovo record dell’ora città del Messico (QUI ARTICOLO), fissando il limite a 51,151 chilometri, il 17 marzo ha trionfato per distacco alla Milano – Sanremo con una discesa pazzesca dopo aver colto le tre fughe e il 10 giugno ha trionfato al Giro d’Italia, grazie alla sua successo nella finale a cronometro da Soave a Verona.

Dopo aver vinto la cronometro a Luccala tappa con arrivo in Foggia e il crono di Milanoalla vigilia della fase finale il campione di Palù di Giovo ha staccato di 1’21” il francese Fignonche gli aveva tolto la maglia rosa un paio di giorni prima Arabbacon cui era in corso una sfida “testa a testa” ricca di polemiche, fin dall’inizio del Giro.

Ebbene nella cronometro che ha chiuso e deciso la gara, Moser ha staccato di 2’24” dal franceseche ha concluso al secondo posto, con il corridore trentino entrato da trionfatore all’Arena di Verona.

Auguri allo “sceriffo” del ciclismo mondiale. Per tutti i trentini, però, è sempre stato, il “Checco”, che ha fatto sognare generazioni di appassionati e appassionare anche chi di ciclismo se ne intendeva poco.

 
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