Golf, Siem chi vince l’Open d’Italia – .

Golf, Siem chi vince l’Open d’Italia – .
Golf, Siem chi vince l’Open d’Italia – .

Il campione dell’Open d’Italia è Marcel Siem, il signore delle rinascite. Tedesco della Westfalia, ha 43 anni e ha vissuto un po’ di tutto nella sua vita – l’ultima disgrazia è un’operazione all’anca effettuata a febbraio che lo ha tenuto fermo per tre mesi – e questo successo è arrivato anche nel modo più ardito modo possibile. In testa sabato, quasi in fuga dopo nove buche domenica, un disastro nelle ultime nove con quattro spauracchioil torneo buttato via e ripreso per i capelli con un evento inaspettato uccellino al 18esimo che ha forzato lo spareggio con il giovanissimo nordirlandese Tom McKibbin – autore di un ottimo -6 di giornata – e poi un altro birdie sulla prima buca playoff. È la sua sesta vittoria nel DPWorld Tour in oltre 500 competizioni, la prima più di 20 anni fa. Il suo lungo percorso nel golf lo ha portato a retrocedere nel Challenge Tour, a dover ricorrere alla Qualifying School, a perdere la tessera e a riconquistarla. Una carriera sulle montagne russe. Nel suo curriculum c’è anche una vittoria in Coppa del Mondo, ottenuta nel 2006 alle Barbados insieme a Bernhard Langer che è – guarda caso – l’ultimo e unico tedesco a figurare prima di lui nell’albo d’oro dell’Open d’Italia (1997).

scusa scusa

Non c’è niente di normale o prevedibile in Marcel. I suoi genitori gestivano un ristorante in un golf club a Burge Overbach, Colonia. Ha preso in mano una mazza per la prima volta a due anni, ma ha iniziato a giocare davvero a sei. In campo si veste spesso come un turista tedesco che pensa che più colori si mette più fa impressione sulle donne, raccoglie i capelli in uno chignon che potrebbe stare bene sulla testa di una donna anziana o in forma ventenne, ma che può sembrare un po’ ridicolo su un gentiluomo di mezza età. Si è trasferito a vivere a Mauritius e lì ha effettuato la riabilitazione dopo l’operazione all’anca. Niente male per rimettere insieme i pezzi di un’esistenza e di una carriera che sembravano finite. E l’Adriatic Golf Club di Cervia, nella Romagna detta anche Riviera Tedesca, non poteva che avere un vincitore come Siem. La sua felicità si sposa bene con la gioia di vivere locale: “Colpire quel putt il 18 è stato uno dei momenti golfistici più belli della mia vita, poi farlo di nuovo nei play-off è stato assolutamente fantastico. Amo questo sport, lo adoro, ed è così bello e divertente lavorare sodo quando ottieni ricompense come queste. Amo la vita, amo il golf, non c’è niente di meglio in questo momento.”

open italiano selettivo

Il campo di Cervia si è rivelato molto più impegnativo e selettivo del previsto. Sarà stato perché nessuno dei giocatori lo sapeva e quindi tutti hanno dovuto prendere le misure, sarà stato il vento rafficato – il famoso garbino che tutti in Romagna conoscono bene – degli ultimi due giri, saranno stati soprattutto le posizioni delle bandierine esposte per tutti e quattro giri molto vicini ai bordi dei green, sarà stata la somma di tutti questi fattori, ma il fatto è che quest’anno nessun torneo DPWorld era stato vinto a soli dieci colpi sotto il par. Il record finora apparteneva al South African Open e al Dutch Open in cui la vetta della classifica aveva chiuso a -11. Una bella risposta a chi temeva e prevedeva punteggi molto bassi.

Italiani all’aperto

Il risultato finale è stato buono con 4 italiani nella Top 10, ma ieri nessuno era veramente in lizza per la vittoria. Andrea Pavan ha chiuso al 5° posto, a 2 colpi da Siem ma il suo giro di -1 (2 spauracchi nelle prime cinque buche e poi 3 birdie) non ha mai avuto la spinta per accendere i sogni degli appassionati che lo hanno seguito tra i green di Cervia. Peccato che la palla si sia persa misteriosamente al 9 del secondo giro, magari finendo su un albero e non scendendo più, magari raccolta da uno spettatore. È vero che a golf non si gioca con i “se”, ma se quella pallina fosse stata ritrovata oggi forse avremmo un Pavan molto più alto. Si tratta comunque del secondo ottimo piazzamento consecutivo dopo il 4° posto dell’Olanda e ora il romano è 51° nella Race to Dubai. Al decimo posto ci sono Manassero, Celli e De Leo che sabato avevano fatto sperare in un colpaccio storico. Ieri era partito con un buon livello di gioco ma il putt lo ha tradito e le tante occasioni sprecate hanno trasformato il suo giro in un lungo inseguimento conclusosi con un bel birdie al 18esimo. Tanto per tornare a casa con un bel ricordo e soprattutto con la qualificazione per la prossima gara in Germania. Appuntamento a Monaco, Gregorio, te lo sei meritato.

 
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