Adesso Google vuole decidere dove mandarci in vacanza – .

Adesso Google vuole decidere dove mandarci in vacanza – .
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Alcuni lo fanno ancora, ma ne sono rimasti pochi. Esce di casa o dall’ufficio e si reca in un’agenzia di viaggi. Tutti gli altri, e sono la maggioranza, ormai programmano tutto con il proprio computer o smartphone. Da qualche tempo esistono anche i travel influencer. Alzi la mano chi non ha mai salvato un video o un post trovato sui social in cui qualcuno ci parla di luoghi, locali e attrazioni che dobbiamo assolutamente vedere. Dopo i servizi di prenotazione digitale, le guide online e i travel influencer, ora il digitale fa un altro salto nel modo in cui organizziamo i nostri viaggi. Anzi, nel modo in cui il digitale organizzerà per noi i viaggi. Con l’esplosione dell’intelligenza artificiale, infatti, si moltiplicano i servizi che organizzano itinerari di viaggio completi partendo da alcune indicazioni. Sarà uno dei business del futuro, dicono gli esperti. E a farlo tale contribuirà il fatto che, anche se viaggiare è un’azione assolutamente attiva, la pigrizia che alberga nell’essere umano fa sì che, per farlo, molte persone abbiano bisogno che qualcun altro scelga per loro dove andare e dove andare. pianificare tutto al meglio. che dovranno fare nel loro tour. Da tempo esistono sul mercato startup come Mindtrip e Layla che utilizzano l’intelligenza artificiale per aiutarci a pianificare i nostri viaggi. Ma ora scende in campo un colosso come Google. In America sta testando un nuovo servizio nella sua Search Generative Experience (SGE) che permetterà agli utenti di creare viaggi sfruttando l’intelligenza artificiale. Al momento la nuova funzionalità è disponibile solo negli Stati Uniti e per gli utenti registrati a Search Labs, il programma di Google che permette di sperimentarne le innovazioni. Il nuovo servizio funziona così: quando una persona chiede al programma “organizzami un viaggio storico di tre giorni a Washington”, riceve un itinerario che include attrazioni e ristoranti, nonché una panoramica delle opzioni di volo e hotel, suddivise per orari e prezzi. Per ottenere tutto ciò, il sistema di Google ricerca non solo i siti di viaggio ma anche le recensioni e le foto degli utenti. Un grande aiuto, non ci sono dubbi. A mio avviso però ci sono due problemi. Il primo è che il servizio di Google serve anche e soprattutto all’azienda per raccogliere le intenzioni degli utenti, per poi rivenderle agli investitori pubblicitari. Un balzo in avanti rispetto a quanto avviene già oggi. Lo abbiamo sperimentato tutti: quando cerchiamo una vacanza su un motore di ricerca nei giorni successivi riceviamo pubblicità su quella località. Tuttavia, il sistema di Google, essendo più sofisticato, fornirà agli investitori pubblicitari ancora più informazioni su ciò che stiamo cercando, sulla nostra capacità di spesa, sui nostri interessi culturali e altro ancora. Ancora una volta un servizio che ci appare gratuito finisce per pagarlo cedendo i nostri dati digitali ed è un pezzo della nostra privacy. C’è poi un secondo problema all’orizzonte, altrettanto importante. Sempre più spesso, grazie all’intelligenza artificiale, avremo servizi che ci semplificheranno la vita e allo stesso tempo ci renderanno più pigri. Potrebbe sembrare fantascienza o la pagina di un romanzo distopico ma presto saranno i servizi stessi a mostrarci i luoghi da visitare e le attrazioni da visitare prima ancora che le immaginiamo. Non so tra quanto tempo tutto questo avverrà, ma so che, ancora una volta, ognuno di noi è e sarà chiamato ad essere autore e attore attivo della propria vita digitale. Siamo e saremo sempre più chiamati a fare uno sforzo per non lasciare tutto alle macchine. Per imparare ad usarli per quello che sono: assistenti e ausili, spesso molto utili. Ma non le nostre stelle polari. ©tutti i diritti riservati

 
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