Percosse, minacce e insulti alla moglie: condannato – .

Percosse, minacce e insulti alla moglie: condannato – .
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Per anni una donna ha subito minacce, insulti e percosse da parte del marito. E anche quando lei ha provato ad andarsene, cambiando non solo città ma addirittura regione, lui ha continuato a molestarla. Per questo ieri l’uomo è stato condannato a due anni e mezzo di carcere. Ma ora la sua ex moglie, colpita da anni di sofferenza, è morta in seguito a una malattia e i due figli della coppia vivono ora con il padre di lei. La vicenda, archiviata ieri dal tribunale di Macerata, risale a dieci anni fa ed è avvenuta in un piccolo comune della provincia. L’uomo, oggi 52enne, ha maltrattato la moglie in ogni modo: schiaffi e pugni, insulti di ogni genere, minacce di morte.

La donna era costretta a vivere in uno stato di continua prostrazione, nel timore che, con qualsiasi pretesto, la aggredisse. Dopo aver subito per anni questa violenza, a un certo punto aveva deciso di lasciare quella casa e con i figli era tornata dai genitori, fuori dalle Marche. Tuttavia, neanche questo è bastato a placare l’uomo, tanto che lei ha dovuto avanzare ulteriori denunce per cercare di fermarlo e trovare un po’ di pace. Dopo aver ascoltato diversi testimoni, ieri mattina si è concluso il processo a carico del 52enne.

Il pubblico ministero Stefano Lanari ha chiesto la condanna dell’imputato, e il giudice Roberto Evangelisti ha accolto la ricostruzione dell’accusa e ha inflitto all’uomo una pena di due anni e mezzo di reclusione, con 5mila euro di risarcimento per i suoi due bambini. delle donne, parti civili. Infatti, anche a causa dell’enorme sofferenza provocata da questa vicenda, si ammalò anni fa e purtroppo morì prima di poter avere almeno una sentenza sulle sue denunce. Dei minori è stato nominato tutore l’avvocato Paolo Carnevali, che si è costituito parte civile insieme alla collega Claudia Romagnoli. Inoltre, nel frattempo i bambini sono tornati a vivere con il padre, nel paese da cui la madre aveva tentato di scappare. La sentenza di primo grado però non è definitiva e ora l’uomo, difeso dall’avvocato Maria Cristina Ottavianoni, potrà ricorrere in appello per provare a far valere la sua versione dei fatti.

 
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