Rischio aumento prezzi in Italia e in Europa – QuiFinanza – .

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Le scorte europee di gas naturale scendono al di sotto 50% della disponibilità di spazio di archiviazione. Si tratta di un dato piuttosto basso per vari motivi e che potrebbe avere effetti sia sul prezzo della materia prima nei prossimi mesi, sia sulla bolletta del riscaldamento in futuro.

Da quando l’Europa ha interrotto le sue relazioni con Russia a causa dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito di Volare, Le forniture di gas sono state fondamentali per la gestione del mercato energetico europeo. Se non si riempiono entro l’inverno i problemi potrebbero essere diversi.

Livelli delle scorte di gas in Italia ed Europa

L’agenzia Ansa riporta i dati sulla situazione dello stoccaggio del gas in Europa aggiornati dalla piattaforma Gie, che riunisce oltre 70 aziende del settore in tutto il continente. La media all’interno delL’Unione Europea è circa il 59%, con l’Italia che rimane leggermente sotto. Si tratta di poco meno del 17% del fabbisogno totale annuo, ma a seconda dei singoli Paesi la situazione cambia radicalmente.

I serbatoi più pieni in rapporto al consumo annuo sono quelli austriaci. Vienna ha ancora il 74% del suo intero stoccaggio, pari a quasi l’80% del gas che consuma in un anno. IL Olanda d’altro canto, sono il Paese che presenta di gran lunga la migliore situazione di stoccaggio, con serbatoi pieni oltre il 76%, che però rappresentano solo poco più della metà del fabbisogno annuo olandese.

Qui sono detenute le scorte più elevate in termini di metri cubi di gas Germania, con 166 TWh di metano potenzialmente ancora utilizzabili, pari al 65% del suo stoccaggio. Italia in questa classifica è seconda, con ancora 114 TWh, che però rappresentano solo il 58% delle possibilità del nostro Paese. Entrambi questi dati, però, se contestualizzati con i consumi annuali dei due Paesi, si fermano al 18,7% e al 15,19%.

Il rischio dei magazzini vuoti e l’ombra della Russia

Anche se i numeri appaiono confortanti, è significativo il fatto che le riserve europee di gas siano in realtà mezze vuote fattore di rischio per il mercato energetico dell’intero continente. Il problema riguarda anche il modo in cui funziona lo stoccaggio. Questi sistemi, infatti, sono tanto più efficienti quanto più sono pieni.

Man mano che il giacimento, spesso sotterraneo, si svuota, l’estrazione del gas naturale da esso diventa sempre più complessa e richiede un maggiore dispendio di energia. Di fatto, quindi, gli ultimi metri cubi di gas contenuti in uno stoccaggio sono meno “densi” energeticamente dei primi.

Mantenere queste riserve al di sopra di una certa soglia all’inizio dell’inverno è fondamentale Europa anche per mantenere i mercati calmi. Lo dimostra l’andamento dei prezzi del gas negli ultimi mesi. Con un inverno caldo e un consumo energetico aziendale ancora al di sotto dei livelli pre-pandemici, le riserve sono rimaste piene fino a metà inverno e il prezzo del metano ha raggiunto i livelli precedenti all’invasione dell’Ucraina da parte del Paese. Russia che ha portato alla crisi energetica.

L’obiettivo dei Paesi europei adesso è quindi quello di fare scorta di nuovi in ​​tempo forniture di gas durante il periodo estivo, sfruttando anche i nuovi canali aperti con USA e Paesi del Medio Oriente per le forniture di gas liquefatto via mare.

 
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