«L’Iran pronto ad attaccarci». Nessun addio ai soldati e alle code ai supermercati – .

«L’Iran pronto ad attaccarci». Nessun addio ai soldati e alle code ai supermercati – .
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Due mondi allo specchio, le vite parallele dei due grandi nemici. A tel Aviv e in altri centri di Israele i cittadini si sono recati nei supermercati per acquistare scorte di cibo e bottiglie d’acqua, mentre l’esercito interrompeva i segnali GPS “per neutralizzare alcune minacce”. A Teheran, il presidente dell’Iran, Ebrahim Raisi, ha minacciato: “Israele pagherà un prezzo pesante per le sue azioni criminali”, in riferimento all’attacco al consolato iraniano a Damasco di lunedì scorso. Nello Stato ebraico la gente si precipitava ai bancomat per prelevare contanti, alle banche veniva detto di prepararsi. In Iran risuonano ancora le parole della Guida Suprema, Ali Khamenei, che l’altro giorno ha detto: «Gli sforzi codardi del regime sionista come quello compiuto in Siria non lo salveranno dalla sconfitta. Naturalmente riceveranno uno schiaffo in faccia per questa mossa”. Il primo ministro israeliano Netanyahu ieri sera ha avvertito l’Iran: “Faremo del male a coloro che ci fanno del male o vogliono farci del male”. Va detto che l’agenzia Reuters ha parlato con due funzionari iraniani, ovviamente in forma anonima, che hanno spiegato: «La ritorsione per il raid su Damasco sarà limitata, finalizzata alla deterrenza. Teheran non si discosterà dall’approccio adottato da ottobre: ​​evitare il conflitto diretto con Israele e gli Stati Uniti e allo stesso tempo sostenere gli alleati che hanno colpito Israele, le truppe statunitensi e le navi del Mar Rosso”. L’esercito israeliano ha sospeso il congedo delle truppe combattenti ed è stata effettuata un’esercitazione in un ospedale Gerusalemme per simulare la risposta all’arrivo di un “alto numero di feriti”.

Netanyahu: “Ci difenderemo da ogni minaccia”. Israele, massima allerta: «Rischio attacco all’Iran»

MOBILITAZIONE

Non solo: sono stati richiamati i riservisti della difesa aerea. Dall’IDF dicono: «Dopo aver valutato la situazione abbiamo deciso di aumentare le forze disponibili e di arruolare soldati di riserva nel settore della difesa aerea». Là CIA ha avvertito Israele: Nelle prossime 24 ore è possibile un attacco imminente da parte dell’Iran. Amos Yadlin, ex capo dell’intelligence israeliana: L’Iran oggi – ultimo giorno del mese di Ramadan e giorno del Quds iraniano – potrebbe lanciare l’attacco. Come? Ci sono varie possibilità: Teheran potrebbe organizzare un lancio missilistico massiccio sfruttando i gruppi che sostiene, quindi gli Hezbollah libanesi, i ribelli Houthi dallo Yemen ma anche le milizie in Siria; ma potrebbe invece attaccare direttamente, sempre con droni e missili cruise, dall’Iran, probabilmente più per dimostrare di esserne capace che per puntare ad una vera e propria escalation. Il capo dell’intelligence nazionale israeliana, generale Amit Saar, lo ha detto in modo molto diretto: “Il peggio non è alle nostre spalle, ci aspettano giorni complessi”. Sintesi da Haaretz, quotidiano israeliano: «La difesa è in massima allerta per il rischio di un attacco dell’Iran come vendetta per il raid su Damasco. Sulla base di tutti i segnali e gli avvertimenti che provengono da lì, Teheran è determinata a rispondere all’uccisione del comandante delle Guardie Rivoluzionarie”. Sette membri della Forza Quds dei Pasdaran sono morti nel raid di lunedì contro il quartier generale della diplomazia iraniana a Damasco, la capitale siriana, tra cui i generali Muhamad Reza Zahedi e Muhamad Hadi Haj Rahimi.

GENERALE

In particolare, Zahedi83, era il leader più anziano del Guardie rivoluzionarie islamiche iraniane e l’ufficiale più anziano ucciso dal 2020, quando gli Stati Uniti uccisero Soleimani in Iraq. In questo cupo clima di attesa, il portavoce delle Forze di difesa israeliane (IDF), il contrammiraglio Daniel Hagari, ha messo alcuni punti fermi: «Siamo in uno stato di massima allerta in tutti i campi. Abbiamo rafforzato la vigilanza nelle unità combattenti, abbiamo rafforzato i sistemi di difesa aerea e disponiamo di aerei preparati per la difesa e pronti per l’attacco. Siamo pronti a tutto, oltre ogni confine e per una varietà di scenari”. Hagari ha anche affermato che l’indagine sull’uccisione da parte dell’esercito israeliano di sette operatori umanitari della World Central Kitchen, che stavano consegnando aiuti nella Striscia di Gaza, “è stata completata e sarà presto presentata al pubblico”. A questo punto è difficile pensare che le trattative per una tregua tra Hamas e Israele possano raggiungere rapidamente un punto di incontro. Ieri il rappresentante di Hamas in Libano, Osama Hamdanha, ha annunciato: «La nostra posizione negoziale è quella presentata il 14 marzo ai mediatori egiziano e qatariota. Israele non è interessato a rilasciare gli ostaggi. I negoziati sono bloccati in un circolo vizioso”.

 
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