L’Europa deve reinventarsi per rispondere alle sfide di Stati Uniti e Cina – .

L’Europa deve reinventarsi per rispondere alle sfide di Stati Uniti e Cina – .
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«Questi tre filoni – spiega l’ex banchiere – devono portarci a riflettere su come organizzarci, su cosa vogliamo fare insieme e su cosa mantenere a livello nazionale (…) Per garantire la coerenza tra i diversi strumenti politici, dobbiamo Occorre sviluppare un nuovo strumento strategico per il coordinamento delle politiche economiche. Se ciò non fosse possibile, in casi specifici, dovremmo essere pronti a considerare la possibilità di procedere con un sottoinsieme di Stati membri”.

Facendo riferimento al meccanismo denominato “28° regime”, che non prevede un’armonizzazione normativa tra Paesi ma la nascita di un regime giuridico parallelo, Mario Draghi ha citato il caso dell’unione dei mercati dei capitali, tema noioso che da anni è sul tavolo europeo perché bloccato da contrastanti interessi nazionali. A GenteA febbraio, il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire ha sollecitato un’azione rapida su questo fronte, anche perseguendo collaborazioni nazionali.

Il meccanismo del cosiddetto “28° regime” consentirebbe di aggirare l’opposizione ad un’armonizzazione tout court delle regole. Offre infatti alle parti contraenti la possibilità di scegliere tra due sistemi di diritto contrattuale. In passato, il meccanismo è stato utilizzato per sviluppare lo statuto della Societas Europæa, o società europea. Era stato fatto da un ex primo ministro italiano, Mario Monti nella sua relazione sul mercato unico del 2010.

Fermare la frammentazione del mercato unico

Si stima che esista a risparmio complessivo in Europa di 33mila miliardi di euro, e che ogni anno 300 miliardi vengono investiti all’estero, in particolare negli Stati Uniti. La frammentazione del mercato unico non è più giustificabile. Di fatto è diventato un ostacolo alla crescita. Sul fronte dell’unione dei mercati dei capitali, Italia è sullo stesso fronte di Francia. Freddi sono i piccoli paesi che hanno fatto della loro piazza finanziaria una ragion d’essere: l’ Lussemburgoma anche Irlanda EHI Olanda.

Mentre questi paesi temono un aumento dei costi e una loro possibile emarginazione, il Germania appare in mezzo al guado. Per anni Berlino era freddo all’idea di creare un’unione finanziaria, probabilmente a causa di indicibili interessi locali, oggi il cancelliere Olaf Scholz sembra aver cambiato idea (almeno così sembrava al vertice europeo di marzo). Ora si tratta di convincere il suo ministro delle Finanze, il liberale Cristiano Lindner .

Tag: Draghi Europa reinventare rispondere sfide USA Cina

 
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