Nel video, secondo quanto postato anche su X dal giornalista Barak Ravid di Axios, ci sono le immagini di due ostaggi apparentemente ancora vivi. Il primo – ha spiegato – è Keith Siegal, anche lui cittadino statunitense, portato nel kibbutz di Kfar Aza. Il secondo è Omri Miran, rapito il 7 ottobre nel kibbutz Nir Oz. La sorella di quest’ultimo è stata recentemente, insieme ad altre famiglie, ricevuta da Papa Francesco in Vaticano.
Entrambi, molto provati, parlano di “una condizione dura” a causa dei bombardamenti sulla Striscia e pronunciano parole di “amore per la propria famiglia”. Soprascritto, Hamas sostiene che “l’uccisione” nei raid israeliani “di dozzine di ostaggi ha impedito ad altri di celebrare la Pasqua ebraica con i loro cari”. I due rapiti chiedono al governo israeliano di partecipare ai negoziati per un accordo sulla loro liberazione. Allo stesso tempo, invitano i loro familiari a fare pressione su di loro con manifestazioni per ottenere la loro liberazione. Lo stesso video mostra spezzoni di dichiarazioni del ministro della Difesa Yoav Gallant e del primo ministro Benjamin Netanyahu che parlano della necessità di pressioni militari per liberare gli ostaggi. Israele ha sempre definito questi video di Hamas “propaganda psicologica” e di norma le immagini non vengono diffuse. La diffusione del video da parte di Hamas arriva poco dopo l’inizio delle proteste in Israele da parte dei familiari dei rapiti contro il governo per sollecitare un negoziato positivo.
