La sospensione massima, 15 giorni, va al deputato della Lega Igor Iezzi e quattro al collega del Movimento 5 Stelle Leonardo Donno. Così Lorenzo Fontana, presidente della Camera, chiude il racconto della rissa che nel pomeriggio di mercoledì 12 giugno ha coinvolto diversi deputati davanti ai banchi del governo. Donno si era alzato per consegnare una bandiera tricolore al ministro per gli Affari regionali, Roberto Calderoli, in segno di protesta, durante il dibattito sull’autonomia differenziata. Donno venne poi circondato, spintonato e tirato. I Cinque Stelle sono poi caduti a terra e hanno dovuto lasciare l’Aula su una sedia a rotelle, con la seduta sospesa dopo la conferenza dei capigruppo. Fontana ha visionato i numerosi video dei concitati minuti, annunciando poi che avrebbe preso provvedimenti. «Quanto accaduto nella seduta di ieri è fortemente stigmatizzato dalla presidenza: il confronto politico tra posizioni diverse non può mai tradursi in conflitto fisico e danno per le istituzioni», le parole del presidente della Camera, «chiamo tutti i deputati alla responsabilità invitando loro di evitare il ripetersi di parole o comportamenti che minino la credibilità di questa istituzione”. Undici parlamentari sanzionati in totale, tra maggioranza e opposizione: come detto, il massimo (15 giorni) a Iezzi e 4 a Donno, poi 7 giorni ai deputati FdI Mollicone, Cangiano e Amich, al leghista Furgiuele e a il deputato del Pd Stumpo, tre giorni ai dem Amendola e Candiani della Lega, due giorni di sospensione concessi a Scotto e Stefanazzi del Pd. Secondo quanto affermato dalManiglia, il voto dell’Ufficio di presidenza è terminato 10 a 7: favorevoli alla decisione hanno votato anche Roberto Giachetti e Benedetto Della Vedova. L’esito finale che ha scatenato l’ira dell’Avs: «La delibera dell’ufficio di presidenza sui gravissimi fatti di ieri non ha stabilito sanzioni giuste, anzi ha finito per confondere vittime e responsabili e noi non ci siamo».
