Anief chiede anche misure correttive per assegnare i sostituti – .

Anief chiede anche misure correttive per assegnare i sostituti – .
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“La sentenza n. 22/2022 della Plenaria del Consiglio di Stato in merito alla validità dell’abilitazione all’insegnamento e alla specializzazione sul sostegno conseguito all’estero”: lo sostiene Marcello Pacifico, presidente nazionale dell’Anief.

Il sindacalista ritiene che chi governa la scuola debba andare oltre la già rilevante conclusione dei giudici di Palazzo Spada, i quali hanno ribadito il riconoscimento dei titoli di studio dei Paesi della Comunità Europea, ai sensi delle direttive che garantiscono anche la mobilità professionale, chiedendo così che siano garantiti e valutati e riconosciuti ai fini dell’esercizio della professione. “Alla luce sia della posizione assunta dal Consiglio di Stato sia del record di supplenze assegnate nell’anno scolastico in corso, riteniamo che il ministro Giuseppe Valditara debba adottare più di un provvedimento correttivo”, precisa Pacifico.

Il presidente Anief, quindi, a nome del sindacato, chiede “la modifica urgente dell’ordinanza per l’assegnazione dei supplenti dai Gps e dello schema di decreto sulle assunzioni a tempo indeterminato dalle liste di sostegno, ove non consentano la stipula di contratti in attesa valutazione della domanda di riconoscimento del titolo o specializzazione conseguiti all’estero. Riteniamo inoltre importante procedere alla rapida valutazione delle domande presentate per il riconoscimento del titolo conseguito all’estero, che deve avvenire entro un mese dalla presentazione delle stesse e comunque entro tempi certi. Riteniamo inoltre indispensabile procedere allo sblocco della procedura concorsuale abilitante già interdetta con la riapertura delle domande per i candidati che abbiano nel frattempo maturato i requisiti del servizio utile”.

Il sindacalista indipendente chiede, inoltre, che “sia attuata una volta per tutte la soppressione del numero programmato di accesso al sostegno TFA, a partire dall’VIII ciclo in preparazione, o comunque non inferiore a 50.000 candidati ammessi, in attuazione del disposizioni del decreto interministeriale. Riteniamo, infine, che i tempi siano maturi per svolgere un urgente confronto sulla gestione del precariato, utile alla determinazione di opportune modifiche legislative, attraverso uno specifico decreto per la Scuola, alla fase transitoria di assunzione del personale docente prevista dal D. Pnnr”.

COSA HA DETTO IL CONSIGLIO DI STATO

La questione sui titoli di studio conseguiti all’estero è stata riaperta dopo il deposito in seduta plenaria della prima delle sentenze del Consiglio di Stato, a seguito dell’udienza del 16 novembre scorso, che rappresentava la posizione dei giudici di Palazzo Spada sulla vicenda del riconoscimento in Italia di titoli di studio e titoli di specializzazione conseguiti in un paese estero, in particolare in Bulgaria, dopo il mancato via libera da parte del Ministero dell’Istruzione per i quali non sia stato dimostrato l’esercizio della professione per almeno 12 anni. Secondo il Consiglio di Stato, che ha richiamato la direttiva 2005/36/CE, recepita in Italia con il decreto legislativo n. 206/2007, il sistema generale di riconoscimento delle qualifiche professionali acquisite in ciascun Paese membro dell’Unione Europea diventa funzionale alla circolazione dei lavoratori e dei servizi in ambito sovranazionale.

Pertanto, per i giudici di Palazzo Spada diventa essenziale effettuare una verifica concreta delle competenze professionali acquisite nel Paese di origine dal docente richiedente il riconoscimento e della sua idoneità all’accesso alla “professione regolamentata” nel Paese di destinazione. Il Miur dovrà quindi esaminare “l’insieme dei diplomi, certificati e altri titoli” posseduti dal docente e attuare “un confronto tra, da un lato, le competenze attestate da tali titoli e da questa esperienza e, dall’altro, , le conoscenze e le qualifiche richieste dalla normativa nazionale”, al fine di accertare se gli interessati abbiano o meno i requisiti per esercitare la professione, anche attraverso “misure compensative”.

L’APPELLO CON ANIEF

Il sindacato Anief ritiene che il conseguimento della specializzazione e della specializzazione di sostegno all’estero non debba essere considerato inferiore all’analogo titolo conseguito in Italia: considerato che l’assemblea plenaria ha stabilito che la qualifica e la specializzazione all’estero devono essere valutate è bene che il Ministro L’istruzione procede con la revisione dell’Ordinanza che regolava i contratti e gli ingressi in ruolo. Pertanto, l’azione legale promossa dal sindacato dei giovani davanti al Tribunale del Lavoro mira ad ottenere la proroga di un anno del servizio degli insegnanti che stanno completando un periodo di 9 anni all’estero: insegnanti che stanno svolgendo il loro nono anno di servizio all’estero; l’obiettivo è raggiungere i 10 anni e completare il secondo mandato previsto dal CCNL e poter rientrare nella procedura competitiva per la mobilità straniera dopo 3 anni di servizio nell’area metropolitana.

 
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