La guerra di Israele a Gaza colpisce l’Eurovision. L’Irlanda salta le prove, la cantante francese invoca la pace, la portavoce della giuria norvegese abbandona lo spettacolo

La guerra di Israele a Gaza colpisce l’Eurovision. L’Irlanda salta le prove, la cantante francese invoca la pace, la portavoce della giuria norvegese abbandona lo spettacolo
La guerra di Israele a Gaza colpisce l’Eurovision. L’Irlanda salta le prove, la cantante francese invoca la pace, la portavoce della giuria norvegese abbandona lo spettacolo

È il caosEurovisione ad un passo dalla finale in programma questa sera, sabato 11 maggio. Il festival musicale europeo ha successo crisi in Medio Oriente e la guerra di Israele nel Striscia di Gaza. Le proteste sono fuori dall’arena in cui è previsto l’evento, ma anche dentrotra il pubblico, e anche sul palco. Un clima che si è surriscaldato dopo il concorrente di Israele, Eden Golan, qualificato per la finale. Quindi in poche ore è successo tutto. L’artista che ha rappresentato i Olanda, Joost Klein era squalificato. Alessandra Meleun cantante italo-norvegese in gara lo scorso anno che avrebbe dovuto fare da portavoce in diretta tv al giuria dal Norvegia, leggendo i punteggi, ha deciso di rinunciare all’incarico, scandendo sui social “è in corso un genocidio”. E ancora il cantante irlandese, Bambine delinquente, non ha preso parte né al corteo delle bandiere né alle prove, chiedendo l’intervento dell’EBU a causa di “una situazione non specificata” avvenuta poco prima del corteo. E infine l’artista francese, Slimane, durante le prove, interruppe la sua esibizione a metà e lanciò un messaggio di pace. Iolanda, rappresentante del Portogallo, ha partecipato alla sfilata delle bandiere e ha indossato un abito realizzato da uno stilista palestinese.

Piccoli episodi e grandi highlights nazionali che rischiano, in breve tempo, di far crollare il castello dell’Eurovision e che hanno portato l’organizzazione a riunirsi per un non meglio precisato “tavola rotonda sulla crisi”. Ciò che si sa, tuttavia, è che la delegazione israeliana all’Eurovision è stata spostata in un’altra stanza del complesso riservata ai concorrenti e al loro entourage, su indicazione dell’EBU. La nota della tv israeliana che ha dato la notizia aggiunge che la decisione è stata presa con l’obiettivo di allontanarsi dalla delegazione irlandeseche è “arrabbiato con Israele”.

Il caso dei Paesi Bassi – Era l’Ebu che fino a ieri era in difficoltà Joost Klein, Artista olandese che sarebbe dovuto salire sul palco con i suoi Europa. Il cantante non ha partecipato alle prove e oggi, nel giorno della finale, è stato definitivamente squalificato perché, rende noto in una nota l’EBU, “la polizia svedese ha indagato su un caso rimostranza presentato da un membro donna della troupe di produzione a seguito di a incidente avvenuto dopo la sua prestazione in semifinale di giovedì sera”, quindi non sarebbe opportuno che partecipasse mentre “è in corso un procedimento legale”. La ricostruzione, però, sembra essere contestataEmittente olandese di cui si tratta “punizione sproporzionata” e spiega che il cantante, sceso dal palco dopo la semifinale, in realtà lo ha chiesto più volte non essere rimproverato e avrebbe fatto a movimento improvviso contro la telecamera, ma senza toccare la donna che poi lo ha denunciato. Sulla Klein circola in queste ore anche un video in cui durante una conferenza stampa della concorrente israeliana il moderatore le dice “non sei obbligato a rispondere” e Klein grida dal pubblico “Perché no?”, “Perché no?”. Nei video però non è chiaro quale fosse la domanda.

La parata e l’Irlanda – IL caos della giornata, iniziata già con la mattinata turbolenta a causa dell’esclusione di Klein, proseguita anche durante la sfilata delle bandiere. In effetti, non erano presenti alla sfilata Irlanda, Grecia E svizzero e lo spettacolo, si legge nei tweet degli addetti ai lavori, è iniziato con 17 minuti di ritardo. Ma se da un lato Grecia e Svizzera hanno poi deciso di presentarsi sul palco delle prove, cancellando quello che inizialmente poteva essere interpretato come un gesto di protesta, lo stesso non è avvenuto con Irlanda. “C’è stata una situazione mentre aspettavamo di salire sul palco per la prova della parata delle bandiere – ha spiegato l’artista irlandese Bambine delinquente sui social, scusandosi con i tifosi per l’assenza – E ho portato il problema all’attenzione dell’EBU che ha preso sul serio il problema”. Il sito web dell’emittente televisiva nazionale irlandese, RT, ha poi spiegato meglio le ragioni della protesta rivolta soprattutto ai commentatori israeliani della tv di Tel Aviv che, martedì durante la semifinale, hanno commentato la sua prestazione. Commenti che secondo l’artista meritano la squalifica di Israele dalla concorrenza. Quello che hanno detto in diretta i commentatori-presentatori israeliani mentre lo annunciavano Bambine delinquente? Tra le altre cose, questo: “Ci saranno molti incantesimi, magia nera, vesti oscure, simboli satanici e bambole voodoo”, avrebbero detto i commentatori prima che Bambie Thug si esibisse, consigliando “mandare a letto bambini” e sottolineando che all’artista piaceva “parlare negativamente d’Israele”. I commentatori hanno chiuso lo spot esortando il pubblico a “preparare le vostre maledizioni”, senza specificare contro chi.

La decisione di Alessandra Mele – E lo è invece La protesta di Alessandra Mele è stata aperta e drammatica contro l’intero messaggio che ilEurovisione sta passando (o non passando) riguardo alla situazione lungo la Striscia di Gaza. La cantante italo-norvegese, divenuta celebre con lei proprio all’ultima edizione della kermesse Regina dei re, quest’anno avrebbe dovuto annunciare i punti della Norvegia sulla TV nazionale. L’artista ha però rinunciato all’ultimo momento all’incarico, spiegando poi i motivi della sua decisione con un video su TikTok: “Anche se sono grata per l’opportunità che mi è stata data, ho preso la decisione di rinunciare – ha raccontato spiegato – Uniti dalla musica, il motto dell’Eurovision, è il motivo per cui faccio musica, per unire le persone. Ma ora queste parole sono parole vuotec’è un genocidio e vi chiedo di aprire i vostri occhi e il vostro cuore, lasciate che l’amore vi conduca alla verità, che è proprio davanti a voi. Palestina libera”.

Le proteste e il messaggio dalla Francia – Le proteste intorno all’Eurovision, da quando l’artista israeliano è stato ammesso al concorso, Eden Golancon la canzone Uragano, non si sono mai calmati. Così da questa mattina un gruppo di manifestanti è sceso in piazza sotto la sede dell’ Televisione finlandese Yle A Pasila, per chiedere all’emittente di ritirarsi dalla trasmissione dell’Eurovision Song Contest proprio perché Israele partecipa alla competizione. Ma non solo, manifestazioni si sono svolte anche all’interno della stessa arena di Malmö che ospita l’evento: come testimoniato da El Pais, durante la prova generale, proprio mentre l’artista israeliano cantava, il pubblico ha cantato Bandiere palestinesi nonostante fosse vietato, facendo intervenire la sicurezza, mentre altri spettatori, come mostrano i video sui social, accompagnavano lo spettacolo con i fischi. E anche dal palco ci sono state manifestazioni per il conflitto a Gaza: Slimanel’artista in competizione per il Franciaha interrotto le sue prove inviando a messaggio di pace: “Da bambino sognavo la musica e di fare il cantante cantare per la pace“.

Eurovision e il “caso” Israele. – Già nei mesi scorsi l’EBU aveva respinto tutte le istanze per squalificare Israele a causa della guerra nella Striscia di Gaza che – in risposta all’attacco di Hamas del 7 ottobre – ha causato oltre 30mila morti. L’organizzazione ha sempre sostenuto il carattere apolitico del concorso. “L’Eurovision Song Contest è un evento musicale apolitico, non una competizione tra governi” aveva sostenuto più volte l’amministratore delegato negli ultimi mesi. Noël Curran. Vale inoltre la pena ricordare che lo sponsor principale dell’evento (Olio marocchinoche produce shampoo e simili) lo è israeliano.

 
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