Boomerissima: recensione – TvBlog

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È risaputo che quando la tv scopre un argomento accattivante, di solito inizia un filone infinito come Leopardi, costellato di titoli più o meno riusciti, che scandagliano l’argomento in questione da più punti di vista, a volte anche con conduttori non proprio adatti a il contesto .

Il confronto generazionale tra boomers E millennialche probabilmente trova spazio solo in tv e che non coinvolge più di tanto nemmeno i diretti interessati, è sicuramente uno di questi anche se, a dire il vero, il confronto tra genitori e figli è un tema evergreen, adattato ad ogni epoca con programmi o film. È un scoperta dell’acqua calda praticamente, anche perché, volendo risolvere la questione alla radice, ogni epoca è bella per chi la vive e ogni accostamento, anche per gioco, risulta spesso altezzoso da entrambe le parti.

Detto questo, su Boomerissima, il programma che segna il ritorno di Alessia Marcuzzi in Rai e il ritorno in tv della conduttrice romana dopo parecchio tempo, dopo 25 anni di Mediaset e soprattutto dopo tanti realtà che invece di esaltarne le indubbie qualità, che spesso lo mettono immeritatamente in difficoltà, vi fosse una sorta di pregiudizio sia per il motivo suddetto che per il formato stesso: impossibile non averci pensato BellaMa’Il “talento parlato” di Pierluigi Diaco, in onda nel pomeriggio su Rai 2.

Fermo restando che implementare confronti tra uno spettacolo in prima seratache può contare su tanti ospiti, budget e registri differenti, e a talk show pomeridiano non sarebbe del tutto corretto, è anche giusto dirlo Chi prospera riesce dove BellaMa’ non è riuscito, cioè, a confrontare veramente due generazioni, due mondi e due ere un’idea semplice e chiara. E Chi prospera lo fa con un programma caciarone al punto giusto, che si può guardaredove la sinergia ospite/ospite è visibile e dove gli ospiti sono chiaramente a loro agio (forse anche troppo).

Chi prospera è un BellaMa’ chi ce l’ha fatta, in pratica, è riuscito a fare centro, anche con lo sguardo parzialissimo, ma non fastidioso di Alessia Marcuzzi, tra canzoni, interviste, ospiti, giochi e altro ancora.

Chi prospera non è il programma dell’anno, diciamolo a scanso di equivoci, e non è nemmeno l’idea del secolo e come tutti i programmi ha il suo difetti. Alessia Marcuzzi, con questo spettacolo, ha cucito addosso una sorta di uno spettacolo di donne al Michele Impossibiletracciando furbescamente le idee funzionali prese preso in prestito da altri programmi. Durante la visione del primo episodio, è stato naturale pensare ai duelli Ciao Darwinai giochi musicali come Dai un nome a quella melodiaa programmi recenti come Top ten o del passato come Gli anni migliori.

Lo show quindi non brilla per originalità, ma sicuramente tra i titoli dedicati al confronto tra boomers e GenZ, Chi prospera risulta chiaramente quello più di successo e soprattutto con il management più credibile. Alessia Marcuzzi è perfettamente in grado di attrarre un pubblico giovane, oltre che adulto, mettendosi in gioco in uno spettacolo che fa scoprire nuovi lati del suo modo di dirigere e concedendosi anche un misurato autoreferenzialità e non scioccante come quello di Malgioglio.

Anche la prima puntata è stata abbellita da un cameo di Fiorello all’inizio della puntata, in una sorta di gemellaggio con Viva Rai 2. Anche Fiorello, di sicuro, sarebbe perfettamente in grado di esaltare ulteriormente le caratteristiche di questo scontro generazionale.

Perché, a volte, non basta solo l’idea ma anche chi la mette in pratica e come.

 
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