Prezzi dell’assicurazione auto, nuovi aumenti a febbraio 2024: +6,5%. “Ascesa scandalosa”

Prezzi dell’assicurazione auto, nuovi aumenti a febbraio 2024: +6,5%. “Ascesa scandalosa”
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IVASSLo ha annunciato l’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni a febbraio 2024 il prezzo medio dell’assicurazione auto era di 395 euro. Parliamo di un incremento annuo del 6,5% in termini nominali e del 5,7% in termini reali. Pur trattandosi dell’ennesimo aumento, l’IVASS rileva che c’è stata una decelerazione nell’aumento dell’r.c. autoveicoli rispetto al +7,5% di gennaio. Inoltre siamo ancora al di sotto dei valori pre-pandemia. A febbraio 2019, infatti, il prezzo medio era di 406 euro.

Tuttavia, il trend rialzista non fa ben sperare per i prossimi mesi. Proprio in tema di aumenti del ramo RC Auto, ricordiamo che a metà gennaio è stata convocata la Commissione di Rapido Allerta per la Sorveglianza dei Prezzi. L’obiettivo è quello di approfondire le recenti dinamiche dei costi RC Auto e valutare le possibili soluzioni per contribuire al contenimento dei prezzi.

Osservando un po’ più da vicino i dati di febbraio 2024, si registrano incrementi dei prezzi su base provinciale compresi tra l’1,8% a Reggio Calabria e l’11,0% ad Aosta. Se la media complessiva dei prezzi RC Auto cresce del 6,5%, l’IVASS evidenzia una crescita ancora più sostenuta per gli assicurati con classi di merito superiori alla prima.

Per gli assicurati appartenenti a classi di merito superiori alla prima l’aumento del prezzo è del 9,3%.

I dati di febbraio eranoUnione Nazionale Consumatori che parla di un “ascesa scandalosa“. Presidente Massimiliano Dona è molto chiaro:

Scandaloso! Non solo l’assicurazione auto sale del 6,5% a febbraio 2023, ma in un solo mese, da gennaio 2024, sale di oltre 5 euro, da 389,14 a 394,52, +5,38 euro, pari a un balzo mensile dell’1,4% (+1,38 ). Per trovare un prezzo medio più alto a febbraio bisogna tornare al 2019, quando era pari a 405,54, cioè 5 anni fa, prima del profitto milionario ottenuto dalle aziende grazie ai lockdown. In alcune città, poi, l’incremento è addirittura astronomico, come ad Aosta dove l’incremento annuo è dell’11% o a Padova, al secondo posto della classifica con +9,2%, o a Brindisi, Belluno e Alessandria con +9,1 %.

L’associazione richiede quindi un audit dell’Antitrust per accertare se in quelle situazioni sussistano restrizioni della concorrenza, accordi collusivi o abusi di posizione dominante.

 
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