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«La decisione dell’Ue di questa settimana, dossier più complicato del previsto ma sono ottimista» – .

Parla Carsten Spohr: «C’è voluto tempo per convergere sulla necessità di garantire i voli dei vettori europei tra Italia e Usa». Se verrà dato il via libera, l’integrazione nel gruppo richiederà 18 mesi

La proposta di matrimonio tra Ita Airways e Lufthansa è entrata nel suo momento più delicato. Le delegazioni italiana e tedesca sono a Bruxelles per discutere delle questioni che finora hanno tenuto in sospeso il dossier che attende il via libera dell’Antitrust Ue. «Questa è la settimana in cui la Commissione europea deciderà sul dossier», dice Carsten Spohr, amministratore delegato del gruppo Lufthansa, rispondendo a una domanda del Corriere a Dubai, a margine dell’assemblea generale della Iata, la principale compagnia mondiale associazione di compagnie aeree. “Questi sono gli ultimi giorni, sono ancora ottimista sull’esito anche se ci è voluto più tempo del previsto”.

L’accordo

Il 30 novembre 2023 il ministero dell’Economia (che possiede Ita) e Lufthansa hanno notificato a Bruxelles l’operazione che prevede l’ingresso dei tedeschi, inizialmente con il 41% (per 325 milioni di euro) per salire progressivamente al 90 e al 100%. La Commissione europea ha sollevato diversi dubbi sull’operazione perché teme che possa ridurre la concorrenza tra l’Italia e parte dell’Europa e sulle rotte transatlantiche. Per questo ha chiesto alle persone coinvolte di fare una serie di sacrifici per rispondere a quelle preoccupazioni.

Il ruolo delle elezioni europee

«È vero che la decisione è attesa per il 4 luglio, ma mi aspetto che la Commissione europea si pronunci effettivamente sul caso entro questa settimana», spiega a Corriere Spohr. «Penso che il governo italiano e gli elettori italiani aspettino il parere prima delle elezioni europee». «Non vedo perché l’Antitrust Ue non dovrebbe darci indicazioni chiare sul caso», sottolinea l’amministratore delegato del colosso europeo dello sci che possiede anche Swiss, Austrian Airlines, Eurowings, Bruxelles Airlines e Air Dolomiti. “Ci sono i nostri a Bruxelles che parlano in questo momento.”

Le complicazioni

Il caso, continua Spohr, “era più complicato di quanto pensassimo”. La ragione? «C’è voluto più tempo per convergere tutti verso quello che credo sia l’obiettivo comune per l’Italia, per Lufthansa e per la Commissione Europea: il mantenimento di un’offerta europea sui voli transatlantici. I consumatori e i loro nipoti devono poter avere i voli messi a disposizione dai vettori italiani ed europei”. Non solo. Il manager dice anche che “ogni mese senza il partner industriale indebolisce l’Ita”.

I confronti ravvicinati

Uno dei temi più importanti è stato proprio quello del segmento dei voli intercontinentali tra Italia e Nord America. L’UE vuole che Lufthansa mantenga l’ITA separata dalle sue attività a lungo raggio e anche dalla joint venture transatlantica che i tedeschi hanno con United Airlines e Air Canada. «Se ITA fosse costretta a volare contro le tre compagnie aeree rivali statunitensi (American Airlines, Delta Air Lines, United, ed) – che sono dieci volte più grandi di Ita – o addirittura contro Emirates (che ha un volo diretto da Milano a New York) allora la compagnia italiana non può avere un futuro sostenibile e se questo non avviene allora non ci sarà offerta di voli da un vettore europeo sui collegamenti diretti con gli Usa”.

Cosa succede in caso di semaforo verde

Il confronto con Bruxelles, dice Spohr, «è stato molto profondo e complicato» per «garantire, da un lato, la sostenibilità economica delle operazioni di Ita, e dall’altro per consentire il mantenimento della concorrenza sulle rotte transatlantiche dirette o con uno scalo negli hub europei”. Dopo il possibile via libera dell’Ue, calcola il numero uno, «ci vorranno 18 mesi per integrare il vettore italiano nel gruppo Lufthansa». Al netto del parere – “in particolare del Dipartimento dei trasporti americano” – per l’ingresso dell’Ita nella joint venture transatlantica. Sono soprattutto le “ragioni legali” che richiedono tempo perché l’UE vuole “garantire che le decisioni non vengano contestate in tribunale” da parte dei vettori rivali.

«Nessuna disparità»

L’Antitrust Ue è parziale nella valutazione del dossier Ita-Lufthansa? “Sarebbe molto facile per me dire che è così, ma no, non credo”, risponde senza mezzi termini Spohr. «In realtà la discussione intensa si è svolta soprattutto sulla definizione di “mercato”. Per noi la definizione comprende anche gli altri hub d’Europa, non guardiamo rotta per rotta – ragiona -. Il 62% di tutti i voli intercontinentali del nostro continente sono offerti da un unico vettore perché abbiamo gli hub che ci collegano con il resto del mondo. L’Europa non può difendersi, non può garantire da sola l’energia, ma deve almeno garantire la connettività con i suoi vettori e per farlo deve preservare i suoi hub”.

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