di cattivo gusto e spettacolare! – .

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Ritornare al MonsterVerse suscita sempre uno strano effetto, soprattutto dopo le sensazioni derivanti dal film precedente (se interessati a saperne di più sulla storia cinematografica del MonsterVerse vi rimandiamo al nostro approfondimento). Ancora una volta, però, vale la pena sottolineare che la sensazione di trovarsi in qualcosa di coeso, coerente e più grande di noi ritorna e diventa preponderante su tutto il resto, segno dell’impegno generale verso un universo narrativo relativamente semplice, ma anche ricco. di un certo fascino contestuale. Godzilla e Kong: The New Empire si basa sugli eventi visti in precedenza in Godzilla vs. Kong e ne canalizza l’essenza con un atteggiamento molto più “tamaroso” rispetto al passato, e va bene così (per maggiori dettagli vi rimandiamo alla nostra recensione di Godzilla vs. Kong).

Trovare i mostri più iconici e storici che abbiano mai abbellito i grandi schermi di tutto il mondo, Godzilla e Kong: The New Empire, disponibile nei cinema dal 28 marzo 2024, trasforma la sua rivalità territoriale in una storia di cooperazione, in cui ancora una volta l’umanità diventa un accessorio, qualcosa di secondario in una battaglia in cui la rabbia e il potere oltre le parole hanno la precedenza su qualsiasi riflessione del genere. Ancora una volta, quindi, si lavora molto sul contesto e sulla meraviglia, è ancora una volta l’estetica e la leggerezza a regnare sovrane, proiettandosi sugli spettatori un’esperienza in cui semplicità e divertimento rimangono i due linguaggi principali.

Vendetta, vendetta e territorialità in Godzilla e Kong

La storia al centro di Godzilla e Kong: il nuovo impero ricomincia partendo dagli eventi visti nel film uscito in precedenza.

Nel finale di Godzilla contro Kong avevamo visto i due titani picchiarsi a vicenda in uno scontro che si concludeva con una sorta di tacito patto tra entrambi, e una divisione che portava alla pace senza la necessità di ritornare allo scontro. Così Kong si ritirò nella leggendaria Terra Cava, trasformandola nella sua casa Godzilla è rimasto il sovrano della superficie. Trattandosi di due titani colossali, ovviamente, l’umanità ha deciso di rimanere attenta e vigilante verso una situazione del genere, scegliendo da un lato di studiare le proprietà di questa “Terra nella Terra” e dall’altro di monitorare meglio le esistenze di il due. Tutto cambia in Godzilla & Kong: New Empire quando gli umani si rendono conto che Godzilla non è più lo stessopreferendo una serie di scontri alla territorialità, a quanto pare, con l’obiettivo di diventare più forti che mai.

D’altra parte, però, troviamo a Kong che, spinto dalla solitudine, scopre che nel profondo alcuni suoi coetanei sono sopravvissuti, ma senza conoscerne le oscure ragioni. Ricollegandosi, quindi, alla storia primordiale del pianeta stesso e alle sue titaniche origini, il film mette in moto un confronto distruttivo e senza esclusione di colpi che, almeno in questo caso, riesce a rendere importante anche il contributo umano, legandosi ad una storia/leggenda che lascia spazio ad una sola possibile conclusione.

Scrivi e distruggi tutto

Come accaduto anche in passato, anche con Godzilla e Kong ci troviamo davanti ad un film che trova nel cinema la sua massima espressione e strada principale. Stiamo pur sempre parlando di un lungometraggio che punta tutto sull’estetica e sugli effetti speciali, innescando un intrattenimento generico e genuino accompagnato da una scrittura al tempo stesso molto semplice e, in questo caso, coerente. Il racconto per immagini, non a caso, si divide soltanto in due percorsi chiari, seppur comunicanti. Da un lato vediamo i titani interagire tra loro, sia verbalmente che fisicamente, e dall’altro troviamo alcuni volti noti del passato, impegnati in un’avventura dai risvolti interessantie sicuramente fondamentale per comprendere tutto ciò che accade tra i mostri.

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Cosa ha fatto essenzialmente Adam Wingard con gli sceneggiatori? Ha preso due storie estremamente semplici (niente di nuovo in questo senso) e ha cercato di dar loro peso e coerenza attraverso le esperienze specifiche di tutti i protagonisti che vediamo sullo schermo. In questo modo hanno potuto donare un ruolo interessante anche per gli esseri umani, in termini di giustificazione e spiegazione narrativa, pur mantenendo una scrittura estremamente semplice. In parallelo troviamo l’estetica mastodontica di un film che punta ancora una volta tutto sugli effetti speciali e sull’impatto diretto degli scontri, qui più divertenti che mai. Non solo, il regista riesce ancora a lasciare il segno giocando anche con il ambientazioni colorate e ispirate attorno ai titanicontrapponendo un’espressività di questo tipo ad una tamarraggio senza freni che trova sollievo proprio nel mondo dell’essere umano, che senza alcun preavviso o scrupolo di sorta si ritrova più volte rielaborato in un ring o luogo di scontro (impossibile non rimanere senza parole soprattutto quando si parla di luoghi famosissimi e iconici ).

In tutto questo Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero sembra riscoprire quello spirito mostruoso tipico del Godzilla degli anni ’80, in cui rabbia e violenza mostruose erano al centro dell’azione a scapito di tutto il resto. Nel grande susseguirsi di scontri all’interno del film, la riconoscibilità di alcune città e monumenti distrutti come niente sarà un ulteriore valore aggiunto alla spettacolarizzazione dell’azione in corso. Reale e non reale, dunque, si alternano nella violenza più animalesca un film che sorprende proprio a livello di costruzione esternalasciando anche il giusto spazio per l’inserimento di una nuova minaccia connessa alla storia del mondo stesso.

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A differenza del passato, con Godzilla e Kong: il nuovo impero non c’è più il gioco dei partiti e degli schieramenti, ma piuttosto una storia che trasforma la sua epopea storica in uno scontro titanico senza esclusione di colpi per nessuno. Nella brutale violenza di sottofondo si nasconde tutto il divertimento di un film che non vuole suscitare altro nel grande pubblico in sala. Nella nascita di un nemico comune si delinea un’improbabile alleanza che necessita di un equilibrio difficilmente ritrovabile nella reciproca e fondamentale incompatibilità tra i mostri.

Quando però tutto diventa chiaro, sono i dettagli specifici a lasciare a bocca aperta, trovando nuova linfa vitale nel cinema del passato in termini di estetica, azione e soprattutto colonna sonora che rimanda direttamente ai toni del rock più scanzonato e divertente. Adam Wingard, attingendo direttamente dall’era Showa, trasforma ulteriormente questo MonsterVerse in un omaggio colorato e provocante a qualcosa che i fan di Godzilla riconosceranno sicuramente immediatamente.

 
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