Appalti nella media distribuzione, protestano i lavoratori Lidl – .

Le categorie di categoria di CGIL, CISL e UIL annunciano un imminente sciopero in risposta al persistente mancato accordo per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro della Distribuzione Moderna Organizzata, scaduto il 31 dicembre 2019. “Le ostilità negoziali con Federdistribuzione sono arrivate un punto di rottura irrimediabile, che evidenzia una totale disattenzione verso i diritti e le esigenze dei lavoratori del settore”, scrivono i sindacati.

Lo sciopero nazionale è stato indetto per sabato 30 marzo 2024 e vedrà i dipendenti astenersi dal lavoro per l’intera giornata. A Cremona, in concomitanza con lo sciopero, si terrà un incontro presidio dalle 10:00 alle 11:00 davanti alla LIDL in via Seminario a Cremona.

Angelo Raimondi, Il segretario generale della FILCAMS CGIL Cremona, denuncia: “Le pretese irrealistiche di Federdistribuzione mirano esclusivamente a ledere i diritti acquisiti dai lavoratori. Non possiamo più tollerare questo atteggiamento di disprezzo. A 51 mesi dalla scadenza del primo (e ultimo) CCNL firmato, la patologica riluttanza di Federdistribuzione non accenna ad allentarsi”.

Aumenta la dose Gildo Comerci, alla guida di FISASCAT CISL Cremona/Mantova: “L’incapacità di Federdistribuzione di proporre un accordo equo evidenzia una chiara volontà di dequalificazione del lavoro nel nostro settore. Il suo schema negoziale è quello della mortificazione dei lavoratori”.

Marco Tencati, Segretario provinciale della UILTUCS Cremona, sottolinea: “La dignità professionale e il riconoscimento economico dei lavoratori non sono merce di scambio. Ci batteremo per garantire condizioni di lavoro giuste e sostenibili. Quella di Federdistribuzione è irresponsabilità, manifestata in continue richieste volte a sabotare diritti e garanzie”.

Tra i punti del contendere c’è la richiesta di flessibilità di Federdistribuzione lavoro incontrollatolo smembramento del sistema di classificazione del personale, e un’insensata riduzione della dignità professionale attraverso laotto classificazioni del personale. Queste richieste inaccettabili porterebbero ad un deterioramento delle condizioni di lavoro nel settore.

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