«Qui la tradizione regna» ​​– .

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TREVISO – Gli anni per la precisione sono 103. Da oltre un secolo l’insegna Oca Bianca campeggia sul portone di Vicolo della Torre, sul lato di…

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TREVISO – Gli anni per la precisione 103. E’ per oltre un secolo che il segno diOca Bianca si trova sulla porta di Vicolo della Torre, una traversa di Calmaggiore. In principio fu il signor Emilio, anno 1921. Poi nel 1945 piccolo nero entra in cucina e i ruoli si invertono: Emilio, che nel frattempo è diventato suo marito, si occupa della sala da pranzo. Ed è proprio quando Nerina comincia ad ammalarsi, nel 1999, che il nipote Luigi viene richiamato in città da un’esperienza all’estero.

STORIA

«Nerina – spiega Federica Mattiazzo, attuale compagna di Luigi – ci ha lasciato il locale con la promessa che sarebbe rimasto quello che è sempre stato: un tempio della tradizione». Federica e Luigi accettano e così inizia una nuova era. In quegli anni i coniugi, oggi ciascuno con la propria vita, sono rimasti soci e gestiscono insieme il locale. Luigi (Gigi) Chiarelli è in cucina e Federica in sala. «Abbiamo fatto una promessa a Nerina – conferma Federica – ci ha chiesto di non stravolgere il locale e di continuare nella maniera tipica. Ma oggi dobbiamo fare i conti con i tempi moderni e con il problema più grande: le intolleranze alimentari”.

I piatti forti rimangono gli stessi Bigoli in salsaIL ravanello E fagioliIL sarde in saor e il baccalàio bigoli al sugo di anguilla e in stagione il bollito misto. «Il cliente straniero è molto incuriosito dai sapori locali, è perfettamente capace di sperimentare – continua Federica -le richieste di modernità a cui ci siamo dovuti adattare riguardano il glutine. In piatti come pasta e fagioli è difficile avere la variazione. Questo non è un piatto di caffè espresso. Ma ci stiamo attrezzando anche per questo”.

GUSTI

Ma i gusti, anche per tradizione, cambiano inesorabilmente. «All’inizio, nel 1999, i nervi stavano andando alla grande. Qualche anno dopo dovemmo farlo rimuoverli dal menu perché non soddisfacevano le esigenze del cliente. Quando a tavola c’era Nerina avevamo i bisnonni di chi oggi viene al ristorante. Ma c’è stata una rottura, un certo tipo di gusto non ha subito un passaggio generazionale”. IL interno rimasero quelli del luogo lo stesso tranne la cucina a vista il che è stato meraviglioso. «È stata una scelta imposta dai protocolli sanitari. Abbiamo dovuto portarla sul retro. È stata la cosa più palese e una grande delusione. Soprattutto perché i clienti, affezionatissimi alla cucina a vista, immancabilmente si chiedevano: siamo ancora a Oca Bianca?». Tra quelle mura ancora oggi si respira la tradizione. E un pizzico di (non verificato) leggenda. Il nome, infatti, sembra derivare dal fatto che i primi ospiti Li avevamo Seneseproveniente proprio da Contrada dell’Oca. Con un bicchiere artistico realizzato da Marco Varisco, Confcommercio ha voluto celebrare la storicità del luogo.

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Il Gazzettino

Tag: Treviso Oca Bianca trattoria gira Tradizione regole

 
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