Paint contro la prefettura di Pescara, indagati due attivisti anti-vax. «Sono del gruppo Guerrieri ViVi» – .

È noto per la sua vicinanza alla comunità anti-vax, attiva ed esplicita sui social; Ha invece un profilo pulito: sono le due persone che, secondo la Digos, diretta da Dante Cosentino, avrebbero deturpato la facciata della Prefettura esattamente tre mesi fa. Una lunga e attenta indagine che ha portato alla perquisizione delle abitazioni dei due, all’interno delle quali sono stati rinvenuti diversi elementi utili a consolidare e proseguire il lavoro investigativo. L’uomo ha 47 anni, lei 36, vivono entrambi in città: sarebbero inseriti, insieme ad altre persone, nel gruppo Guerrieri ViVi. Le accuse a loro carico sono associazione a delinquere, danneggiamento e abbandono di rifiuti. Si tratta di un gruppo nato in piena emergenza Covid e radicato in diverse città, tra cui Pescara. Si caratterizza per posizioni aperte anti-vax e no green pass, insieme ad attività di proselitismo contro i sistemi di pagamento elettronico e di identità digitale. Accanto alla propaganda, l’azione si sviluppò attraverso il danneggiamento e il deturpamento di scuole, sedi di partito, sindacati, redazioni di giornali, uffici e ospedali con il simbolo della doppia V inscritta in un cerchio. Tutto questo è stato affermato tramite i social media.

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LA CATENA

Gli ultimi due eventi, a Pescara, sono quelli di gennaio: il primo con le scritte all’interno dell’ospedale. La seconda, il giorno successivo, ha preso di mira il Palazzo del Governo: la scalinata, il portone, nonché la facciata centrale, imbrattate di grandi scritte e simboli, tracciati con vernice rossa, “firmati” ViVi. Un disastro, anche dal punto di vista storico (è un edificio vincolato) su cui la Digos, con il coordinamento del pubblico ministero Anna Benigni, ha subito iniziato a lavorare. Le prime risposte sono arrivate dai sistemi di videosorveglianza che hanno registrato parte dell’incursione, ma anche i movimenti di auto e persone. Le indagini si sono così rapidamente concentrate sulla coppia, anche attraverso un lavoro al limite della tecnologia: sono stati esaminati profili social, contatti e attività. Oltre ad una serie di controlli sugli spostamenti attraverso l’analisi delle utenze telefoniche e delle celle connesse. Ed è stato così possibile definire le modalità operative: in ospedale l’uomo avrebbe agito da solo, il giorno successivo, invece, la donna lo avrebbe accompagnato in auto nell’intervento più impattante sulla facciata della Prefettura, su cui sono apparse grandi macchie di vernice rossa. La geolocalizzazione effettuata tramite i telefoni collocava sia l’uomo che la donna nella zona della Prefettura al momento del blitz. La donna risulta poi essere proprietaria di un’auto identica a quella vista dalle telecamere della zona. Per deturpare la vicenda è stata utilizzata una lancia artigianale che, durante la perquisizione, è stata ritrovata nell’abitazione dell’uomo. Oltre a due barattoli vuoti di vernice rossa e stencil con il logo ViVi Warriors, che sono stati ampiamente utilizzati anche per dipingere simboli e slogan del movimento nella zona di residenza dell’attivista, allo stadio. Le istruzioni per la costruzione dell’atomizzatore si trovano sui canali di riferimento no vax. Nel corso delle perquisizioni gli agenti della Digos hanno recuperato altro materiale utile. Sono stati sequestrati anche smartphone, computer e tablet, sui quali verranno svolti ulteriori accertamenti, anche per cercare tracce di altre persone coinvolte nelle imprese del movimento, a cominciare dall’attentato alla sede della Cgil di via Benedetto Croce.

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