Trentasei anni fa le Brigate Rosse catturarono nella sua abitazione di Corso Diaz il senatore Dc Roberto Ruffilli. E ieri la città era unita nel ricordo di quell’assassinio con i festeggiamenti aperti dalla messa del vescovo Livio Corazza, nella chiesa di Sant’Antonio Abate a Ravaldino, davanti alla casa dell’agguato barbarico.
Al termine del rito religioso e alla presenza del presidente della Fondazione Roberto Ruffilli, Pier Giuseppe Dolcini, del sindaco Gian Luca Zattini, del rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari, sotto le due lapidi è stata deposta una corona di fiori che, al 106 di Corso Diaz, ricordano il tragico evento. Successivamente, all’interno del campus universitario di Forlì, è stato inaugurato un busto in bronzo, opera dello scultore Augusto Neri. La figura di Ruffilli fu ricordata anche dalla nipote Franca Ferri, giornalista.
Gli assassini e i fiancheggiatori furono tutti arrestati e condannati, con la testimonianza di 36 concittadini che con grande senso civico inchiodarono l’imputato. Classe 1936, Roberto Ruffilli, professore universitario, leader della Democrazia Cristiana, divenne il punto di riferimento più ascoltato dal presidente del Consiglio Ciriaco De Mita, che lo aveva incaricato di dare vita a un sostanziale progetto di riforma dello Stato.
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