27 aprile 1996, l’onestà di Calogero Tramuta, ucciso dalla mafia, raccontata da uno studente di Crotone – .

27 aprile 1996, l’onestà di Calogero Tramuta, ucciso dalla mafia, raccontata da uno studente di Crotone – In occasione della data, il 27 aprile 1996, in cui fu assassinato a Lucca Sicula, in provincia di Agrigento, Calogero Tramuta , agente della Guardia di Finanza in pensione e commerciante di arance, il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani si propone di ricordare la sua figura attraverso l’attenta ricerca svolta dalla studentessa Martina Pullano della classe I sezione. D del Liceo Scientifico Filolao di Crotone.

Calogero Tramuta, nato il 31 agosto 1951 ad Agrigento, ha trascorso un’infanzia felice e serena circondato dall’affetto dei suoi cari. Nel 1972 entra a far parte della Guardia di Finanza, operando tra Roma e Firenze. Nel 1993, dopo una lunga carriera, decide di tornare nella sua città natale per realizzare il sogno di una vita: valorizzare i frutti delle terre siciliane. Iniziò acquistando le arance direttamente dai contadini per rivenderle nei mercati ortofrutticoli, distribuendole anche nei mercati della Riberia e della Sicilia ed estese la sua attività alla Toscana. Il delitto è avvenuto nella locale pizzeria “Charleston” e sembra essere stato orchestrato a causa dell’ingerenza che Tramuta stava creando negli affari dell’azienda agricola di Emanuele Radosta.

Le divergenze tra i due sarebbero nate a seguito di una lite riguardante una spedizione di arance destinate alla Toscana e un accordo per l’acquisto di un terreno. Va notato che Radosta era stato precedentemente condannato a 30 anni di carcere per l’omicidio del 1992 di Giuseppe Borsellino, padre di Paolo, di cui il 21 aprile è stato commemorato l’anniversario della morte.

La crescente attività di Calogero non venne ben accolta da Emanuele Radosta, il quale, figlio di Stefano Radosta, noto boss locale nel settore ortofrutticolo, non ne tollerava l’espansione. Era necessario dargli una lezione. I segnali non tardarono ad arrivare: tra il 1994 e il 1995, ignoti, armati di assi inchiodate, vandalizzarono i giardini di Tramuta, danneggiandone gli aranci. Se questo non bastasse a far capire l’ex finanziere, presto sarebbero seguite altre minacce.

Infatti, poco dopo, tutte le pompe di irrigazione dei suoi campi furono danneggiate e i freni della sua auto sabotati. Nonostante queste intimidazioni Calogero continuò la sua attività, anche se sempre più nervoso. La situazione però peggiorò nell’aprile del 1996, quando il suo solito camion pieno di arance, destinate alla Toscana, fu misteriosamente sostituito con un carico di arance di scarsa qualità. A questo punto Calogero capì tutto: la mafia aveva deciso di fermarlo con ogni mezzo a disposizione. La sera del 26 aprile Calogero affrontò pubblicamente Radosta, accusandolo di tutti i danni subiti e ordinandogli di risarcirlo per quanto aveva fatto. Radosta non poteva accettare un simile affronto perciò ne ordinò l’esecuzione. Il 27 aprile un uomo armato di mitra uscì dalla pizzeria e sparò tutti i suoi colpi contro il povero Calogero che morì sul colpo. Successivamente le indagini, grazie alla perizia balistica, scoprirono che la mitragliatrice utilizzata era la stessa utilizzata per l’omicidio di Giuseppe Borsellino nel 1992.

Il caso di Calogero Tramuta è particolarmente emblematico in quanto un uomo onesto che durante la sua vita lavorativa aveva svolto un ruolo importante per la tutela della legalità, una volta in pensione, volle creare un’attività imprenditoriale condotta nella trasparenza. Tutto ciò ci fa comprendere come gli interessi delle mafie siano pervasivi e riguardino molteplici aspetti della vita civile. Calogero, in nome dei suoi ideali, rifiutò ogni forma di compromesso. Oggi, grazie anche al lavoro di Martina, lo ricordiamo nelle nostre aule scolastiche.

Il CNDDU invita ancora una volta studenti e docenti ad aderire al progetto inostristudentiraccontanoimartiridellalegalità 7u7. Le opere potranno essere segnalate alla CNDDU che le renderà visibili sui propri canali social (email: [email protected])

Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU

 
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