Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro. Maglia nera per Campania e Basilicata – Ondanews.it – .

“È una giornata importante per riflettere sul dramma quotidiano delle morti sul lavoro. Una preziosa occasione di riflessione per formatori, responsabili della sicurezza aziendale e datori di lavoro. Introdurre nella vita produttiva quotidiana del nostro Paese tutte le procedure utili alla prevenzione degli incidenti gravi e mortali”.

Mauro RossatoIl Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre, da tre decenni in prima linea in Italia per la sicurezza dei lavoratori, sottolinea il valore di Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro che si celebra domani, 28 aprile, e lancia un appello a tutti.

“Non puoi arrivare alla fine di ogni anno contando sempre oltre mille vittime – insiste Rossato – e con un tasso di mortalità rimasto praticamente invariato negli ultimi due anni. Non è possibile vedere come i lavoratori siano sempre protagonisti delle stesse tragedie. Perché ce n’è uno legislazione ben strutturato nel nostro Paese per prevenire gli infortuni. Basterebbe applicarlo in modo più diffuso”.

Una situazione drammatica per la nostra penisola, confermata dalla più ampia e recente analisi statistica dell’Osservatorio di Mestre. “Non ci sono parole per commentare una situazione che non accenna a cambiare nonostante il maggiore risalto dato a queste tragedie da parte delle istituzioni e dei media ma, al contrario, secondo i dati, in 2023 gli infortuni sul lavoro lo sono aumentato dell’1,1% rispetto al 2022 – spiega ancora Rossato – e questo significa che i lavoratori nella loro vita lavorativa quotidiana non sono sufficientemente protetti. D’altro canto stiamo assistendo ad un significativo diminuzione degli incidenti mortali in progresso rispetto al 2022 (-19,3%), probabilmente conseguenza del maggior ricorso allo smart working in questi anni post-pandemia. Un risultato confortante, certo, ma che non può essere identificato con un miglioramento delle condizioni di sicurezza dei lavoratori nella nostra penisola. Sappiamo, tra l’altro, purtroppo, quanti altri morti restano fuori da questo drammatico bilancio. Coloro che appartengono all’economia sommersa”.

Nell’ottica di una riflessione più virtuosa e realmente capace di indirizzare il Paese verso un’inversione di rotta, l’Osservatorio sulla Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre elabora da anni il rischio concreto di morte dei lavoratori, regione per regione e provincia per provincia.

“Si tratta dell’indice di incidenza della mortalità, cioè del rapporto tra gli infortuni mortali rispetto alla popolazione attiva regionale e provinciale, la cui media in Italia a fine 2023 è pari a 34,6 morti per milione di occupati (entro 35 nel 2022). – afferma il Presidente – Questo valore, un vero e proprio ‘indicatore di rischio di morte sul lavoro’, consente di comparare il fenomeno infortunistico anche tra regioni con diversa densità di lavoratori. Sulla base dell’incidenza degli infortuni mortali, l’Osservatorio Vega definisce mensilmente la zonizzazione del rischio di morte per i lavoratori nel nostro Paese che viene così descritta dividendo l’Italia in colori”.

Per finire zona rossa eventualmente nel 2023, con un’incidenza superiore al +25% rispetto alla media nazionale (Im=indice di incidenza media, pari a 34,6 morti sul lavoro per milione di lavoratori) sono: Abruzzo, Umbria, Basilicata, Puglia, Molise, Campano e Calabria. In zona arancione: Sicilia ed Emilia-Romagna. In zona gialla: Friuli-Venezia Giulia, Marche, Piemonte, Veneto, Sardegna, Lombardia, Liguria e Trentino-Alto Adige. Le regioni più sicure, in zona bianca, sono: Lazio, Toscana e Valle d’Aosta. E poi c’è un’emergenza che negli ultimi anni è diventata sempre più evidente nelle nostre elaborazioni, cioè quella che riguarda l’ lavoratori stranieri, soggetto ad a rischio di infortuni mortali più che doppio rispetto agli italiani. Così gli stranieri morti sul lavoro da gennaio a dicembre 2023 sono 155 su 799. Con un rischio di morte sul lavoro che è più del doppio di quello degli italiani; si registrano 65,3 decessi per ogni milione di occupati, contro i 31,1 italiani che perdono la vita sul lavoro per ogni milione di occupati.

Allo stesso tempo diminuiscono le denunce di incidenti (mortali e non mortali) del 16,1% rispetto al 2022 ma le diminuzioni sono dovute alla fine dell’emergenza Covid che aveva invece ‘gonfiato’ i dati 2022. (Questi e molti altri dati sono liberamente consultabili sul sito dell’Osservatorio di Mestre www.vegaengineering.com).

“Abbiamo sempre sperato che i nostri studi e i nostri calcoli statistici possano rappresentare un dato valido conoscenza e supporto approfondito per tutti coloro che si impegnano nella prevenzione sui luoghi di lavoro e, soprattutto, che diventino uno strumento concreto ed efficace per la tutela della sicurezza dei lavoratori. Ricordarlo ancora una volta, e proprio in una giornata solenne come il 28 aprile – conclude Rossato – che la normativa sulla sicurezza sul lavoro nel nostro Paese esiste e è esaustiva. Non ci resta che applicarlo. A tal fine è necessaria una formazione adeguata e diffusa dei lavoratori e anche dei datori di lavoro; senza dimenticare il valore deterrente delle ispezioni e delle sanzioni. La salute e la sicurezza sul lavoro non possono essere considerate costi, ma piuttosto un investimento. È fondamentale che l’Italia esca dal torpore dell’insicurezza che immobilizza piani virtuosi di prevenzione e che continua a perpetuare anno dopo anno la tragedia. Perché l’inettitudine e l’ignoranza di chi dovrebbe occuparsi della tutela dei lavoratori poi si traducono in incidenti gravi e, talvolta, mortali”.

 
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